VALBREMBANA PROTAGONISTA TRA FORMAGGI E MULTIFUNZIONALITÀ. L'ASSESSORE FAVA VISITA LATTERIA BRANZI E FERDY A LENNA (BG) (Ln - Lenna/Bg, 30 ott) Dalla tradizione delle trasformazioni casearie passando per un esempio di agricoltura multifunzionale. Lungo la statale che porta verso Foppolo, in alta Val Brembana, storia, tradizioni, attaccamento alla terra si confermano oggi espressioni esclusive e modalità altrettanto originali di fare agricoltura. A Branzi, con la Latteria sociale, e più giù con l'azienda agricola Ferdy, a Lenna, divenuta negli anni, ormai nei decenni, esempio di multifunzionalità a 360 gradi in agricoltura: prima con l'agriturismo e quindi con l'affermazione delle iniziative didattiche e dell'offerta di servizi wellness. Due realtà paradigmatiche della valle che oggi l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava ha visitato, accompagnato dal senatore Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, dal senatore Nunziante Consiglio, dall'onorevole Cristian Invernizzi, dal presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano e dal consigliere regionale Roberto Anelli. LE PRODUZIONI - "Nel 1953 a Branzi è partita la cooperativa che oggi raccoglie la maggior parte del latte su questo versante della montagna - ha spiegato Francesco Maroni, della Latteria Branzi - ritirando tutta la produzione di Formai de Mut dagli alpeggi, a cui si aggiunge una piccola produzione nel fondo valle". E non solo. "Come Fiera di San Matteo abbiamo ritirato un marchio, il Formaggi Principe delle Orobie, con le grandi produzioni del Bitto, il Branzi, lo stracchino, lo strachitunt, l'Agrì Valtorta, antenato dei caprini. Oltre al Formai de Mut. Formaggi che hanno dentro la storia di transumanza dei pascoli, e Branzi era il centro di stagionatura e commercializzazione". "Abbiamo sempre svolto un certo lavoro a valenza sociale sul territorio - aggiunge Maroni -: tante piccole realtà snobbate dai grossi caseifici le abbiamo accolte noi. Tante piccole stalle esistono perché finora abbiamo lavorato per sostenerle. Perché questo sforzo ci è stato anche richiesto: recuperarle perché oggi non c'è ricambio generazionale sufficiente a mantenerle". COOPERAZIONE ARMA CONTRO SPOPOLAMENTO - "L'agricoltura di montagna - ha detto Fava - ha bisogno di organizzazione: forme di cooperazione che di fatto tutelano il territorio. Se non esistesse questa forma di gestione non esisterebbe neppure la zootecnia di montagna. Che non ha più possibilità e convenienze a continuare la funzione che ha svolto fino a oggi". Senza agricoltura di montagna non c'è più neanche territorio, gli agricoltori si confermano sempre più custodi di questo territorio. "Noi dovremo trovare modalità per agevolare questo tipo di attività - ha proseguito Fava - . L'Ue in questo ci aiuta, la nuova programmazione comunitaria ci spinge verso dinamiche che portino a premialità specifiche nel settore: forme di aggregazione che migliorino il prodotto, e che ci porteranno ad articolare il nostro Psr tra agricoltura generale e agricoltura di montagna, con misure specifiche, nell'ambito della quale ricomprendere appunto le attività di montagna. Che vedranno premiate prioritariamente iniziative del mondo dell'organizzazione territoriale: forme di gestione consortile delle attività che vengono premiate con incentivi". E anche opportunità in più se saranno in grado di coinvolgere anche i giovani. "Il passaggio che oggi abbiamo fatto al centro di formazione professionale dedicato all'agricoltura a San Giovanni Bianco mi ha fatto ben sperare - ha osservato l'assessore regionale -. Anche l'offerta formativa spinge a emancipare questo comparto che fino a oggi ha vissuto una situazione di marginalità inadeguata per le prospettive stesse del territorio". Quella della latteria si conferma, dunque, "attività dalla doppia valenza - ha specificato Fava - perché da un lato garantisce ritiro e commercializzazione dei prodotti dell'alpeggio nel periodo estivo, dall'altro assicura continuità in termini produttivi tutto l'anno per chi a settembre torna giù con le mandrie e non risale fino alla primavera successiva. Un sistema che dà continuità al comparto industriale che permette loro di avere un prodotto che finisce sulle tavole dei cittadini italiani, e speriamo anche su quelle di tanti paesi del mondo, con una certa continuità, che poi è quello che ci chiede il mercato". MULTIDISCIPLINARITA' E' PRESIDIO TERRITORIO - Da Branzi a Lenna, pochi chilometri in giù verso Bergamo. Ferdinando Quarteroni, contadino da 25 anni di Ornica, gestisce l'agriturismo 'Ferdy' da una paio di decenni. Ci lavorano una ventina di persone, moglie e due figli compresi. "Assecondo in pieno la vocazione alla multifunzionalità di questa azienda - spiega Quarteroni - diventata centro agrituristico a 360 gradi". Lavora sulla biodiversità, ma svolge attività ricreativa e didattica rivolte soprattutto a famiglie con bambini. Il luogo, del resto, è incantevole, e merita una visita, anzi un soggiorno. "Abbiamo scuole ogni giorno - dice Ferdinando - ma anche chi resta qui tre giorni e lavora accanto a noi, per vedere come si fa il contadino, come si fatica ad allevare, come si fa il miele e tante altre cose". Da qualche tempo ha aperto anche uno spazio dedicato al wellness, meglio all'agribenessere, con spazi per sauna, bagni col fieno e con la lana. Vecchie terapie di una volta applicate in ambienti curati realizzati con prodotti locali, come il marmo di Zandobbio, o riutilizzando oggetti 'oldies come le vecchie vasche da bagno recuperate dal Grand Hotel di San Pellegrino Terme. "Lavorare con queste modalità - ha commentato Fava - resta una delle poche vere e reali prospettive dell'agricoltura di montagna. Un vero e proprio inno alla multifunzionalità, cioè la capacità di condurre un'attività agricola con tecniche tradizionali e la possibilità di divulgarla verso un pubblico potenzialmente vasto, come quello delle scuole, senza dimenticare le famiglie. Una fattoria vera, che ha fatto di una sorta di ciclo chiuso quasi totale una specie di scelta di vita. Quarteroni produce tutto quello che gli serve, o quasi tutto, e lo mette a disposizione di clienti e fornitori in una logica virtuosa. Come Regione credo dovremo intervenire per agevolare questo tipo di attività, nonostante sia necessaria molta passione, competenza, che non è di tutti. Ma non c'è dubbio che questo tentativo di scoprire la montagna, qui bergamasca e lombarda, con l'obiettivo di dare implementazione ad attività che sostengano il reddito sia l'unica possibilità che resta in zone come questa. Dove non ci sono spazi per agricoltura intensiva. Anche per coloro che abbiamo incontrato oggi troveremo spazio nella nostra programmazione con misure specifiche del prossimo Psr".
Rompiamo il Patto! > Assemblea CIVICA a ZOGNO (BG) > 25 ottobre ore 20.30 c/o Fondazione BELOTTI . Il sindaco e l' amministrazione di Zogno incontra i cittadini per spiegare i vinconcoli assurdi imposti dal governo centrale ai comuni virtuosi e con i conti a posto. Viceversa altri comuni non virtuosi e spreconi si trovano nella condizione di avere un miglior trattameno. Questo non è più sopportabile ora paghi chi spreca! RompiamoilPatto.org è un'iniziativa di alcuni Sindaci che, andando oltre l'appartenenza politica, hanno deciso di fare fronte comune e chiedere a Roma la cancellazione definitiva del "Patto di Stabilità". La maggior parte dei Comuni dispone di risorse considerevoli, inutilizzabili proprio a causa del Patto. Con questi soldi si potrebbero avviare (e terminare) moltissime opere di pubblica utilità che potrebbero migliorare significativamente la vita quotidiana delle persone. L'iniziativa si articola in due fasi. La prima consiste nella convocazione di un'assemblea cittadina urgente, per spiegare ai cittadini che cos'è il Patto di Stabilità, i danni che ha creato e, piú in generale, per illustrare la situazione economica delle singole realtà. La seconda riguarda la presentazione, nel primo Consiglio comunale utile, di un documento condiviso per chiedere a Roma di eliminare per sempre il Patto di stabilità, consentendo cosí a ogni Comune di utilizzare i soldi accantonati a vantaggio dei propri cittadini. PATTO DI STABILITÀ TERRITORIALE 2013 / ULTERIORI 37 MILIONI DI EURO A FAVORE DEGLI ENTI LOCALI Integrazione delle modalità applicative del Patto di stabilità territoriale 2013 e introduzione di un plafond sperimentale ai sensi dell'art. 9 della legge regionale 11/2011(a seguito di parere alla Commissione consiliare) La delibera attua il Plafond Sperimentale del Patto di Stabilità Territoriale 2013, così da attivare le misure prioritarie individuate in: 1) Enti beneficiari di fondi Comunitari POR- FERS; 2) Enti titolari di RSA e di Progetti in ambito sociale e 3) Enti locali penalizzati dal riparto del Plafond Verticale Incentivato. . NUOVA IMPRENDITORIALITÀ / 30 MILIONI DI EURO PER “START UP E RE START” Determinazioni in ordine al programma integrato di interventi a favore della creazione d’impresa (dgr. N. X/648): linea 8 fondo di rotazione imprenditorialità “Start up e re start” L’obiettivo della delibera è supportare e affiancare le imprese di tutti i settori e le imprese innovative, al fine di sostenere la nascita di nuove attività economiche capaci di competere su nuovi mercati e generare occupazione. Fra le azioni previste: selezione dei soggetti fornitori di servizi di affiancamento a imprese Start Up e Re Start; selezione dei beneficiari delle agevolazioni, sulla base dei Business Plan presentati e in risposta ai criteri di innovatività e sostenibilità economico finanziaria; approvazione dei programmi d’investimento presentati dalle imprese beneficiarie selezionate e accesso ai finanziamenti agevolati a valere sul Fondo di Rotazione per l’Imprenditorialità (FRIM); accesso ai servizi di affiancamento erogati dalla rete di professionalità selezionata. L’impegno finanziario ammonta a 30 milioni di euro (a valere sul Fondo Regionale Imprenditorialità) presso Finlombarda S.p.A. . No Slot: approvata la nuova legge in Regione. Regione Lombardia ha la sua legge di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Questa mattina il Consiglio regionale, presieduto da Raffaele Cattaneo e alla presenza del governatore Roberto Maroni, ha approvato all’unanimità con 73 voti favorevoli il progetto che accorpava quattro precedenti iniziative di Fratelli d’Italia, Lega Nord, Pd e della Giunta. Il progetto di legge 58, affidato alla IV Commissione Attività produttive e poi perfezionato da un tavolo di lavoro ristretto, è stato illustrato in Aula dal relatore Fabio Rolfi (Lega Nord). “I tredici articoli per la prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico – ha spiegato Rolfi – mirano non solo al contenimento della dipendenza da slot machine e gioco elettronico, ma dettano anche precise indicazioni per il coinvolgimento delle Asl e del Terzo settore nel sostegno ai ludopatici e alle loro famiglie, con l’indicazione di inserire il contrasto al “Gap” (Gioco d’azzardo patologico) nel piano di azione regionale e nel monitoraggio degli osservatori lombardi”. Uno dei principi cardine della legge consiste nella possibilità di concedere agevolazioni fiscali ai fini Irap, con una riduzione dello 0,92% (il presidente della IV Commissione, Angelo Ciocca (Lega Nord), ha stimato in circa 1000 euro il beneficio per gli esercenti) alle imprese che decidano di disinstallare le slot machine, mentre per chi le manterrà è previsto un aggravio della stessa percentuale. LA SCHEDA La nuova legge, inoltre, vieta la pubblicità sui mezzi di trasporto pubblico, sono regolamentati gli accessi agli spazi destinati alle slot, è vietata l’istallazione a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali di ambito socio-sanitario, centri giovanili e oratori. Ai Comuni sono concessi poteri di individuare altri luoghi sensibili e di prevedere forme premianti per i locali “no slot”. I dipartimenti dipendenze e i servizi multidisciplinari accreditati dovranno garantire ai ludopatici e ai famigliari accoglienza, valutazione diagnostica, presa in carico e cura, reinserimento e coordinamento con le associazioni che si occupano di gap. I gestori dei locali in cui sono presenti slot dovranno frequentare corsi di formazione mirati (pena sanzioni fino a 5000 euro) e in caso di violazione delle norme potranno ricevere multe. Ogni anno la Regione stilerà infine un rapporto ad hoc sulla attività svolta, sui risultati ottenuti dalla legge e sulle criticità riscontrate. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta predisporrà un apposito marchio “No slot”, rilasciato poi dai Comuni. L’Aula ha anche approvato due ordini del giorno, uno a firma Pd, l’altro della Lega Nord, per destinare eventuali maggiori entrate da Irap all’assistenza dei ludopatici e delle loro famiglie e per sostenere, anche con consulenze legali, i gestori dei locali che avessero difficoltà o minacce di sanzioni per la disinstallazione delle apparecchiature. Per Stefano Bruno Galli capogruppo della Lista Maroni Presidente si tratta di “una legge coraggiosa e innovativa. Regione Lombardia, anche in questo caso, arriva prima dello Stato e questo è un segnale di grande serietà”. “La Lombardia si conferma la Regione guida perfino nel contrasto alla ludopatia, battendo sul tempo anche il Parlamento italiano. Da Roma finora non è arrivata nessuna legge ma soltanto un condono vergognoso nei confronti delle grandi società che gestiscono il lucroso affare delle slot-machines nel nostro Paese”, ha detto Massimiliano Romeo, presidente del gruppo Lega Nord Regione Lombardia: 62 nuovi treni nei prossimi due anni Si tratta di un investimento di 507 milioni di euro grazie al quale l'età media dei convogli attivi in regione passerà così da 21 a 18 anni. "Questi 62 nuovi treni, che, a partire dal febbraio 2014 serviranno i pendolari lombardi, rappresentano un investimento importante. Regione Lombardia investe sulla buona mobilità per dare più confort a chi viaggia e più facilità di movimento per i cittadini e i lavoratori". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo - insieme all'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Maurizio Del Tenno - alla conferenza stampa di presentazione dei 62 nuovi treni che, dal febbraio 2014, serviranno i pendolari lombardi. "Vogliamo incentivare l'utilizzo del mezzo pubblico - ha continuato il presidente Maroni - e questo investimento di 507 milioni, che va in controtendenza rispetto ai tagli effettuati dal Governo, è la testimonianza dell'impegno della Regione Lombardia in questo senso. Anche da questo punto di vista la Lombardia va in controtendenza, riusciamo a fare economie di scala e trovare risorse per investimenti rilevanti come questo per questi 62 nuovi treni. La mobilità è un settore cruciale, su cui vogliamo investire molto". L'assessore Del Tenno ha anche ricordato che, proprio venerdì scorso, il Cda di FerrovieNordMilano, di cui la Regione Lombardia è azionista di riferimento, ha dato il via libera a un investimento di 130 milioni di euro, che "consentirà di formalizzare l'ordine di 10 nuovi treni e di 10 carrozze, che verranno utilizzate per 'allungare' i 10 treni Coradia in costruzione". "A breve, inoltre - ha aggiunto Del Tenno - approveremo in Giunta un ulteriore stanziamento di 132 milioni di euro per l'acquisto di altri 15 treni che saranno pronti in 18 mesi. E' la risposta più importante che la Regione Lombardia potesse dare ai pendolari". I nuovi treni vanno ad aggiungersi ai 37 che Trenord si è già impegnata ad acquistare all'interno del Contratto di servizio con la Regione. Di questi, 23 fanno parte di una commessa di Trenitalia. I nuovi mezzi contribuiranno a rinnovare notevolmente la flotta Trenord e ad abbassare l'età media dei treni in circolazione, che passerà così da 21 a 18 anni. Il rinnovo del materiale determinerà un miglioramento della qualità del servizio su tutte le tratte grazie, soprattutto, all'opportunit? di togliere dalle rotaie i treni più vecchi. "Con l'entrata in servizio dei nuovi treni - ha sottolineato l'assessore - il 68 per cento del materiale rotabile sarà di ultima generazione e dotato quindi di una serie di comfort e facilitazioni (accesso agevolato per persone con disabilità, aria condizionata, possibilità di trasporto bici e moderni sistemi di informazione a bordo treno)". Lombardia, legge sul commercio in dirittura d'arrivo: più piccoli negozi meno supermercati9/10/2013
Riforma della legge sul commercio in dirittura d'arrivo. Le nuove regole per lo sviluppo delle imprese commerciale in Lombardia approderanno in aula consiliare il prossimo 29 ottobre. «Il tempo stringe, le imprese commerciali stanno soffrendo, e la moratoria che abbiamo approvato lo scorso giugno scade il 31 dicembre. Dobbiamo far presto e bene» ha detto l'assessore al commercio della regione Lombardia Alberto Cavalli, intervenendo in Commissione attività produttive e dove ha consegnato il documento frutto del monitoraggio compiuto sul territorio nel periodo della moratoria. Già perché in attesa delle nuove regole, lo scorso giugno, la regione ha congelato tutte le richieste di nuovi centri commerciali e anche le richieste di ampliamento. Si sono fermati gli accordi di programma di Cinisello Balsamo (Immobiliare Europea spa), Cerro Maggiore e Rescaldina (Cr Sviluppo), Como (Esselunga, area Camerlata), l'ampliamento Esselunga a Calco (Lecco), il progetto di Curtatone, in provincia di Mantova (Comet spa), di Marmirolo, nel Manotvano (Cgi srl); l'ampliamento di Leroy Merlin a Solbiate Arno e il nuovo mega outlet della moda di Locate Triulzi (Locate District srl). Via libera invece per il progetto nel nuovo quartiere milanese di Citylife, graziato da un emendamento per le iniziative legate a Expo. «Un brutto colpo la moratoria - osserva Carlo Maffioli, presidente di presidente di Locate district, un outlet alle porte di Milano – anche perché le banche avevano finanziato il progetto». Almeno i 35 milioni per l'acquisto dei terreni. Locate District, con le griffe, il design e l'enogastronomia, è un progetto commerciale con un mega investimento di 170 milioni che avrebbe dovuto aprire in contemporanea con Expo 2015 ma che ora a soli 19 mesi dall'esposizione è inchiodata e difficilmente potrà essere realizzata. «Siamo molto preoccupati e non sappiamo cosa ci aspetta» trattiene la rabbia Maffioli. Esplicito Mario Resca, presidente di Confimprese, subito dopo le audizioni in Regione Lombardia: «La già scarsa liberalizzazione rischia di fare passi indietro: bisognerebbe piantarla con le caste protette e una burocrazia asfissiante. Auspichiamo il completamento delle liberalizzazioni, ma in Parlamento ci sono tre progetti che mirano a riaffidare ai comuni le competenze sugli orari di apertura». Resca spera che la Regione Lombardia modifichi il Testo unico sul commercio e riconosca la formula del franchising, favorendone lo sviluppo. «Si respira un'aria pesante, di controriforma – aggiunge Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione –. Con il presidente Maroni si può anche parlare, ma con la Lega è più difficile. Le Regioni mirano a svuotare le liberalizzazioni della legge Salva Italia. Del resto anche a Roma la legge è al vaglio della commissione Industria e commercio e il M5S e la Lega vogliono apportare modifiche conservative». Peso massimo. La Lombardia pesa il 21% del Pil nazionale e il 19% delle vendite al dettaglio. La quota della distribuzione moderna organizzata è pari al 72% delle vendite al dettaglio. Numeri di tutto rispetto. Ma come sarà la nuova legge della regione ? Dichiaratamente più favorevole ai negozi tradizionali, quindi più restrittiva per le catene commerciali. E non ci sono dubbio perché lo stop ai nuovi progetti è stato votato all'unanimità, dal Pdl alla Lega, dal Pd al Movimento 5 stelle. Secondo i documenti di base della riforma «la crisi ha indebolito il piccolo commercio di prossimità; bisogna evitare la desertificazione. Nel rispetto della concorrenza, va ristabilito un maggiore equilibrio tra le diverse forme distributive». Del resto anche Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, non si nasconde quando afferma che «in linea di principio sono d'accordo con il Salva Italia, ma concorrenza e liberalizzazioni non significano assenza di regolamentazione. Quello che non condividiamo, infatti, è la totale deregolamentazione come è avvenuto in materia di orari perché l'assenza di regole, nel tempo, distrugge il mercato». Tornando alla Lombardia, è da verificare l'effetto che avrà il ricorso al Tar Lombardia di Leroy Merlin contro la moratoria dichiarata dalla Regione Lombardia: il tribunale amministrativo ha stabilito che l'attuale moratoria non potrà superare i 6 mesi perché «integrerebbe una palese contraddizione con gli obiettivi e le previsione della direttiva Bolkestein oltre che con le norme statali di liberalizzazione delle attività economiche e di riduzione degli oneri amministrativi delle imprese». E «il rilascio dell'autorizzazione per l'ampliamento relativo al punto vendita di Solbiate Arno non potrà che trovare una rapida e positiva conclusione».(fonte il sole24 ore . Duemila partecipanti alla manifestazione indetta dal comitato. Pirovano: progetto respinto al mittente. Persico: parere negativo Strozza Remo Traina «Chapeau alla gente della Valle Imagna che con i loro amministratori comunali e della Comunità montana e i volontari del comitato del No hanno saputo stare uniti e determinati sul problema progetto discarica nel respingerlo al mittente». Così ha esordito ieri pomeriggio il presidente della Provincia Ettore Pirovano durante la manifestazione di protesta contro la possibilità di riempire di rifiuti speciali l'ex cava quarzifera del Monte Castra, nel territorio di Strozza ed Almenno San Salvatore. «Con noi ci sono 15 sindaci della Valle Imagna e Teodoro Merati di Barzana, comune che confina con i paesi interessati dal progetto discarica. Non c'è il sindaco o un suo delegato di Almenno San Salvatore che però è in netta minoranza. Abbiamo detto "no" a una discarica in montagna - ha aggiunto Pirovano - e chiediamo alla società che ha presentato il progetto di continuare a riempire la cava con gli inerti, come previsto dalla convenzione con la Provincia stipulata nel 2005. Faremo tutti gli atti per dire no alla discarica». Sulla stessa linea il presidente della Comunità montana Roberto Facchinetti, che ha detto: «Questa mobilitazione civica e pacifica deve essere un'altra tappa del cammino che ci separa dalla nostra meta. Vogliamo dimostrare che siamo un popolo che rivendica di amministrare il proprio territorio». È intervenuto anche il sindaco Uberto Pellegrini di Capizzone, dell'Unione dei comuni che comprende anche Strozza, Costa Valle Imagna e Bedulita, che ha evidenziato i danni al patrimonio immobiliare, all'ambiente, al turismo se venisse realizzata la discarica. «La nostra gente, pur nella diversità dei loro motivi al no alla discarica ha dato un segno ben preciso, quello di non dividersi su importanti problematiche come queste, ma marciare uniti» ha sostenuto il sindaco di Corna Imagna Antonio Carminati. Non mancava il sindaco di Strozza, Ruggero Persico, con la sua giunta e consiglieri comunali. Persico ha sottolineato come il comune di Strozza, in seguito a rilievi negativi da parte dei tecnici incaricati di studiare il progetto, abbia deliberato di dare parere contrario al riempimento dell'ex cava con rifiuti speciali, quindi la società dovrà continuare a scaricare solo materiale inerte. «Abbiamo aspettato a deliberare il nostro parere - ha detto Persico, tra qualche contestazione e fischi del pubblico - quando abbiamo potuto contare sui pareri dei nostri tecnici». Almeno duemila le persone, tra i quali tanti giovani e donne, hanno partecipato alla manifestazione contro la discarica lanciata dal comitato «No alla discarica» presieduto da Riccardo Cornali. Presenti anche i parlamentari della Lega Nord Cristian Invernizzi e Nunziante Consiglio, il consigliere regionale Roberto Anelli e il consigliere provinciale Matteo Malighetti e i comitati di Treviglio e Sedrina che si sono opposti a progetti di discariche. La prima parte della manifestazione si è svolta al municipio di Strozza con l'intervento di Corrado Cornali e di altri componenti del comitato, che hanno fatto la cronistoria di questo progetto presentato della società ex quarzifera. Poi un lungo serpentone con striscioni e cartelli è sceso da Strozza per incamminarsi lungo la provinciale della Valle Imagna sino a raggiungere Almenno San Salvatore, in località Cinque vie, per poi fare ritorno. Tre ore di corteo che si sono concluse senza problemi esprimendo la volontà compatta del fronte del no ai rifiuti. Alla manifestazione ha partecipato anche il movimento di Scelta Civica della Valle Imagna - rappresentato da Luigi Fenaroli, sindaco di Roncola - che ha ribadito la contrarietà alla realizzazione della discarica di materiali speciali: «La presentazione di tale progetto è innanzitutto un'offesa all'immagine della Valle Imagna che in questi anni ha puntato a far emergere ciò che ha di positivo dal punto di vista della cultura, dell'arte, dell'ambiente e del tessuto sociale proprio di ciascun paese che la compone» .( fonte Eco di Bergamo) Zogno, vicino alle scuole. Camanghè, sulle tribune seggiolini in arrivo grazie a lascito di imprenditore Poscante di Zogno sarà presto arricchita di un nuovo parcheggio. L’apertura del cantiere è prevista nei primi giorni di ottobre. Precisa in merito il sindaco Giuliano Ghisalberti: «Poscante, con oltre 800 residenti, è una delle più popolose frazioni del Comune e merita particolare attenzione. La realizzazione dell’intervento era stata inserita nei programmi di legislatura. Ora si è reso disponibile un finanziamento di 115 mila euro richiesto per l’esecuzione dei lavori e siamo nella possibilità di concretizzare il progetto». Aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici Lino Gherardi che ha seguito l’iter progettuale: «L’area individuata per la realizzazione dell’opera è adiacente a quella su cui sorge l’edificio delle elementari, per circa mille metri di superficie. È prevista la disponibilità di una ventina di posti auto e il parcheggio avrà accessi sia da via Mulino sia da via Cafredda che, sfociando su piazza Centro corrono ai lati dell’area scolastica. Ambedue le zione nel sottosuolo». Inizieranno, invece, lunedì, al centro sportivo comunale di Camanghè, i lavori per la posa di seggiolini sulla tribuna del campo di calcio e di atletica. «Possiamo realizzare questo intervento – afferma il sindaco Giuliano Ghisalberti – grazie al lascito di una persona profondamente appasvieavranno un collegamento pedonale al parcheggio. Nelle opere complementari è compresa la realizzazione della tombinatura per la raccolta delle acque meteoriche verso la rete fognaria comunale. E in futuro sarà installato un impianto di illuminazione di cui però verrà subito realizzata la predisposisionata di sport che ha operato per anni nella società di calcio Zognese». Gaetano Rondelli era arrivato nel 1957, appena ventenne, a Zogno dal Cremonese come dipendente dell’azienda che stava metanizzando Zogno, diventando poi responsabile di area. Era subito entrato nella società di calcio della quale sarebbe stato poi per oltre vent’anni presidente. Negli anni aveva poi creato un’azienda idrotermica tuttora attiva ed era stato fino al recente passato capozona dell’Associazione artigiani di Bergamo. Per tutta questa intensa attività alcuni anni orsono aveva ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. Continua il sindaco: «Siamo stati contattati dalla famiglia di Gaetano Rondelli, scomparso alcuni mesi fa, che ci ha reso noto il testamento del familiare e la sua volontà di devolvere una cospicua somma da utilizzare per un’opera di interesse pubblico. Abbiamo così deciso di utilizzarla per dotare le tribune del centro sportivo di seggiolini». Precisa l’assessore ai Lavori pubblici Lino Gherardi: «A bordo campo, verso monte, c’è una gradinata a cinque gradoni che cinque anni fa venne in partecoperta. Ora, nel tratto di gradinata coperta, verranno sistemati circa 300 seggiolini di cui 70 con schienale, il che renderà più gradevole la presenza del pubblico sugli spalti. Parte della somma disponibile sarà utilizzata pure per alcuni lavori di sistemazione dell’attrezzistica». In riconoscimento del generoso atto la tribuna sarà intitolata il 6 ottobre a Gaetano Rondelli. (fonte Eco di Bergamo). Interpellanze in Provincia da parte del consigliere Angelo Capelli sulla Manifattura della Valle Brembana di Zogno. In riferimento alla delicata situazione dell’azienda, chiedono all'Assessore Capetti e al presidente Pirovano di riferire in Consiglio, «con particolare riguardo ai gravi ritardi nel pagamento degli stipendi ai dipendenti e alla necessità di conoscere le intenzioni della proprietà riguardo al più volte annunciato rilancio del sito produttivo di Zogno». Interpellanza allegata in formato pdf |
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Gennaio 2024
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