Sono le parole del sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti all'inaugurazione, ieri, del nuovo centro storico di Endenna. Un'opera in programma da anni e fortemente attesa dalla comunità di 1.400 residenti. Endenna, infatti, non possedeva un vero e proprio centro: l'obiettivo dell'intervento, finanziato con soldi comunali per una spesa di circa 400 mila euro, è stato quello di realizzare nello specifico una piazza con panchine e arredo pubblico, nuovi marciapiedi, una fontana, nuova illuminazione pubblica e cinque nuovi attraversamenti pedonali. «Non solo l'aumento e la riorganizzazione dei posteggi auto in centro paese – sottolinea Lino Gherardi, assessore ai Lavori pubblici – ma un riordino complessivo del comparto. L'intervento è frutto di una serie di incontri e assemblee con la popolazione nel corso del 2010 e 2011, abbiamo accolto tanti consigli da chi vive la zona tutti i giorni». Soddisfazione è stata la parola d'ordine per tanti residenti del centro, coinvolti nel progetto. L'inizio dei lavori a gennaio, quindi la realizzazione di una piazza a lato della parrocchiale con pietra di ceppo e porfido, spostato e restaurat o pure il monumento ai Caduti: non più a lat! o ma cen trale ai nuovi spazi. Accanto, un alzabandiera per commemorare i Caduti.
«Centro più vivibile e sicuro»
I nuovi spazi sono delimitati da verde e aiuole, tre attraversamenti pedonali sono dotati di sensori: segnalano la presenza di un pedone, invitando le auto ad arrestarsi. Un marciapiede di circa 250 metri, che parte dalla piazza, raggiunge il parco giochi comunale e il campo sportivo della parrocchia, sulla via principale che attraversa la frazione.
«Fra gli obiettivi anche l'abbattimento di tutte le barriere architettoniche – aggiunge Riccardo Sonzogni, progettista e direttore dei lavori –. Le opere sono state pensate per la sicurezza generale dei pedoni e una maggiore vivibilità del centro. In alcuni punti la strada è stata ristretta; una scelta consapevole che invita i veicoli a moderare la velocità in concomitanza del nuovo centro».(fonte Eco di Bergamo).