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Diamoci l’autonomia. Così saremo finalmente felici
La Lombardia regala a Roma 56 miliardi che poi non tornano indietro. In Europa nessun altro è così penalizzato Il 22 ottobre potrà e dovrà essere una data importante come quella del giuramento di Pontida. Nella località prossima a Bergamo, 850 anni fa i lombardi si unirono per opporsi al Barbarossa, che li voleva strozzare, annientando l’indipendenza dei liberi comuni e la loro prosperità, guadagnata con il lavoro e l’inventiva. Prevalse l’unità, nonostante qualche tradimento, e vinsero a Legnano. Cosa c’entra il 22 ottobre 2017 con il 7 aprile 1167, lo si sarà intuito. Sono alieno dalla retorica e dai tamburi, ma se i lombardi si muovono insieme e votano in massa al referendum per l’autonomia potrà aprirsi un’epoca nuova per la Lombardia. E se a questo risultato che dovrebbe coalizzare gente di diverse opinioni politiche, si aggiungerà un risultato altrettanto positivo, si aprirà certamente una nuova fase di vita per l’Italia intera. Niente di sovversivo, nella scommessa voluta dal governatore leghista Roberto Maroni, eppure essa è rivoluzionaria, come capita al buon senso in tempi di follia istituzionale. Provo a spiegare, rimandando i corposi dettagli tecnici e operativi al contenuto del volume di Stefano Bruno Galli che, tra l’altro, è stato il relatore al Pirellone del referendum lombardo, quanto è penetrato nella mia dura zucca orobica naturalmente ostile ai garbugli dei politicanti. Segnalo intanto che promotore del quesito sull’autonomia è anche - oltre a Lega, Lista Maroni (di cui Galli è capogruppo), Forza Italia, Lombardia popolare, Fratelli d’Italia, che sono i partiti di maggioranza componenti la giunta regionale - il Movimento Cinque Stelle. Mentre il Partito democratico, che prima si era espresso contro il referendum in sede di consiglio regionale, ha cambiato idea ed ora invita i propri simpatizzanti, specie per la pressione del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, a mobilitarsi per il «Sì». Benvenuti tra noi. Vedremo se è opportunismo o se c’è vera volontà di battagliare a Roma sin dal 23 ottobre con questo governo a guida Pd. Il referendum si aggancia al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, che consente alle regioni di ampliare la sfera di autonomia fino alle 26 materie di cui è titolare il Friuli Venezia Giulia. Polizia, scuola, ambiente eccetera eccetera. Ma qual è l’ambiguità perversa di questo comma? È che lascia intatta la questione del residuo fiscale, insomma: dei danee, degli schei - per dirla nelle due più diffuse lingue padane. Il residuo fiscale è la differenza tra i soldi che la popolazione di un territorio versa alla cassa centrale dello Stato e quello che le ritorna in servizi e versamenti vari. L’articolo della Costituzione citato non reca traccia di questa possibilità né tanto meno assicura una qualche forma di automatismo. Il rischio è allora di ottenere competenze, ma che pesino ulteriormente sui lombardi: una beffa. Come quella vigente con le province, le quali sopravvivono e hanno molte faccende di cui occuparsi, ma sono state private di risorse. La Lombardia vanta, secondo calcoli accreditati scientificamente con algoritmi che mi rifiuto di capire, 56 miliardi di residuo fiscale. Non esiste paragone in Europa. La Baviera per poco più di un miliardo di residuo fiscale ha montato l’anno scorso un casino infinito con Berlino. In Italia, la Lombardia, assai più del Veneto e dell’Emilia-Romagna, è la regione più virtuosa, cioè più pirla. Penalizzare così spaventosamente il Land produttivo migliore d’Europa significa depotenziare la locomotiva che trascina le altre carrozze. Non si tratta di secedere, e che le altre regioni vadano pure alla malora: siamo una nazione unica, ci piaccia o no (a me non tanto), ma di determinare le condizioni per una competizione salutare tra le amministrazioni delle varie regioni, promuovendo l’emulazione e penalizzando il parassitismo. Tutti hanno il diritto, se italiani, a godere della medesima efficienza di ospedali e cliniche, ma ogni amministrazione pubblica ha il dovere di non pagare dieci o venti volte di più la medesima sacca di plasma o accaparrarsi a prezzo da amatore cerotti pessimi o protesi taroccate; e medici e infermieri non è che sotto il Volturno possono vantare la licenza di lavorare soprattutto al bar, come oggi talora accade. Non mancherebbe il dovere della solidarietà, nel piano referendario, così che si realizzi una certa uguaglianza tra le regioni, ma le risorse che dalla Lombardia dovranno sostenere ad esempio la Basilicata non dovranno più essere prima masticate e assimilate da Roma, ma essere destinate a progetti e realizzazioni vigilate dalla Lombardia, che ci mette i soldi. E questa possibilità di trattare con vigore l’autonomia con il potere centrale può darla soltanto la forza democratica di una scelta di popolo per via di referendum. Voglio vedere come potrà opporsi il governo di Roma, se dovesse esprimersi in massa nel senso di una decisa autonomia la regione più popolosa e benefattrice dell’erario. C’è un rischio: il lassismo che viene dall’ovvietà della vittoria. Infatti che vinca il «Sì» è così scontato da indurre a un impegno limitato, a un lasciar fare agli altri. Tanto più che, a differenza del Veneto, lo statuto vigente in Lombardia non prevede un quorum del 50 per cento di votanti per la sua validità. Sarebbe un errore funesto la rilassatezza. Le vischiose camarille centraliste non aspettano altro. E che cioè su circa 8 milioni di lombardi aventi diritto al voto si rechi alle urne una porzione minore di cittadini. Incuranti del fatto che ormai gli astenuti specie nelle elezioni locali superano spesso i votanti, i “romani” sarebbero prontissimi a scuotere la testa: «Ha vinto l’indifferenza, dunque lasciamo le cose come stanno». Lo faranno, oh se lo faranno, se gliene si desse il pretesto. Qualora si fosse sotto i quattro milioni di «Sì» a Roma faranno le barricate. Le piazzeranno comunque, beninteso. Ma se ci saranno 5 milioni di votanti le si scavalcherà con lo slancio di una battaglia di Legnano, e al Barbarossa gliela taglieremo, la barba. ( fonte Libero - Vittorio Feltri) Quattro giorni di festa popolare e delle tradizioni, per una kermesse che darà a tutti l’opportunità di gustarsi un pezzo della Valle Brembana e delle sue tradizioni. Ad Ambria, frazione di Zogno, torna con la sua tredicesima edizione «Zògn» in festa, organizzata dalla Lega Nord – Lega Lombarda sezione di Zogno (Valle Brembana). L’evento si terrà a partire dal prossimo giovedì 15 fino a domenica 18 giugno all’interno dell’ampia area feste coperta di via Piave 6, dove saranno attivi il servizio bar, cucina e pizzeria. Per tutte e quattro le giornate di festa sono previsti spettacoli di animazione, convegni, intrattenimenti e animazione per i più piccoli con ampia zona provvista di gonfiabili (gratuiti), giochi e ruote della fortuna. Il programma Come da tradizione nelle feste popolari organizzate dalla Lega Nord saranno presenti tra il pubblico diversi amministratori e rappresentanti, i dirigenti e gli amministratori locali, provinciali, e anche i parlamentari, con cui sarà possibile dialogare direttamente. Ad inaugurare la quattro giorni di festa sarà, giovedì 15 alle ore 21, l'animazione musicale e l'esibizione di latino americano della scuola di ballo «Orobic dance» di Elena Carminati. Il servizio bar, ristorazione e pizzeria sarà attivo a partire dalle ore 18. Venerdì 16, a partire dalle ore 21, si terrà invece l'esibizione di ballo a cura del gruppo di Bergamo «Monster Country Group» di Stefano Biffi. Mentre il ballo liscio de «I Melody» e «Claudio» animeranno rispettivamente le due serate del 17 e 18 giugno. Piatto forte? Il referendum Non c'è dubbio, piatti tipici e prelibatezze a parte, il piatto forte della «Zògn» in festa sarà, domenica 18, l'incontro sull'autonomia della Lombardia a cui prenderà parte portando il proprio contributo anche il governatore Roberto Maroni. Insieme al numero uno di Palazzo Lombardia, sarà presente anche il prof. Stefano Bruno Galli capogruppo della Lista civica «Maroni Presidente», da sempre impegnato sui temi dell’autonomia e del regionalismo, del federalismo e del costituzionalismo. «Intorno al referendum per l’autonomia della Lombardia – afferma il professore – cresce l’attenzione e sta progressivamente montando un generalizzato consenso. Non si tratta di un’iniziativa propagandistica, demagogica e troppo onerosa per le casse della regione, come qualcuno vuole farci credere. Il referendum è davvero necessario per far funzionare il principio costituzionale del regionalismo differenziato, che offre alle regioni a statuto ordinario con i conti in ordine l’opportunità di chiedere al governo centrale dei margini di maggiore autonomia politica e amministrativa. Ricorrere alla consultazione referendaria del grande popolo lombardo – ha aggiunto Galli – premessa della trattativa con il governo, allo scopo di legittimarla e rafforzarla, rendendola più incisiva, è fondamentale, visto che nessuna regione virtuosa è mai riuscita a percorrere con successo la strada del regionalismo differenziato, istituto giuridico deliberatamente ispirato al federo regionalismo spagnolo» Durante le serate ci sarà animazione per i più piccoli con ampia zona Gonfiabili gratuita e giochi e ruote della fortuna. Interverranno rappresentanti della Lega Nord, amministratori locali, provinciali e deputati. Il programma delle serate è consultabile sul sito www.leganordzogno.org ed in Facebook lunedì 15 maggio 2017
Il segretario uscente della Lega Nord, Matteo Salvini, ha vinto le primarie del partito ottenendo l’82,7 per cento dei voti e raggiungendo così l’80 per cento dei consensi che, secondo alcuni giornali, aveva fissato come obiettivo della consultazione. In tutto hanno votato 8.024 iscritti alla Lega Nord fino al 31 dicembre 2016, contro i 9.995 che votarono alle primarie del 2013. Salvini ha ottenuto 6.637, circa duemila voti in meno rispetto all’ultima consultazione tre anni fa. lunedì 22 maggio 2017 “Non cambio nome, a me interessa il progetto”, ha detto Salvini, aggiungendo però che il suo obiettivo è ora di "aprire, coinvolgere" e "tagliare i rami secchi", perché "non ci interessano i militanti da congresso che non sanno neanche dove è Pontida, le truppe di cartone".Vittoria con l’82,7 per cento “Con ieri si chiude il capitolo di Salvini uomo solo al comando e di chi dice che la linea lepenista non ci piace”, ha detto il leader della Lega. “È evidente – ha aggiunto – che è stata avvalorata la battaglia federalista, identitaria e sovranista del partito. Il federalismo e il sovranismo vanno dalla stessa parte, il popolo della Lega si è espresso, anche se la prossima volta faremo in modo che si esprimano tante persone in più”. Salvini ha conquistato il secondo mandato da segretario federale del Carroccio con la stessa percentuale di tre anni e mezzo fa contro Umberto Bossi: ha vinto le primarie con l'82,7 per cento dei voti dei militanti, battendo nettamente lo sfidante Gianni Fava (17,3%). Affluenza al 57 per cento, pari a circa 8.000 militanti leghisti tesserati da almeno un anno. Legge elettorale e alleanzeSalvini ha parlato anche della legge elettorale e della possibilità di un accordo con Silvio Berlusconi. “Lavoro per vincere e avere un’alleanza il più seria e larga possibile – ha detto –. Questo significa però volere una legge elettorale maggioritaria che ti porti a fare una coalizione e a vincere o perdere. Se qualcuno invece dice ‘voglio il proporzionale e decidiamo dopo le alleanze’, valutate voi chi vuole un centrodestra unito e chi tiene il piede in due scarpe”. Secondo Salvini, poi, “Forza Italia è incoerente”, perché "parla di alleanze e poi parla di proporzionale". “È legittimo – ha concluso –, ma se Berlusconi vuole le mani libere per poi magari allearsi il giorno dopo con Renzi, non so cosa farci”. Il no ad AlfanoSull’alleanza con Angelino Alfano, interpellato sulle Regionali del 2018 in cui Roberto Maroni vuole confermare l'alleanza di centrodestra, Salvini ha aggiunto: “Chi sta reggendo il moccolo a Renzi e alla Boschi non può essere alleato della Lega, a livello nazionale, in competizioni regionali, neanche in Lombardia”. Secondo il segretario della Lega, “non si può fare una cosa a Roma e un'altra qui: a livello locale ho lasciato libertà di scelta, ma a livello politico nazionale e regionale la scelta passa da me e la Lega non sarà alleata di Alfano". Il tema migrantiSul tema migranti, poi, il segretario della Lega ha ribadito che è centrale nell’agenda del partito. E ha aggiunto: “Stiamo cercando tutti i modi per bloccare l'invasione clandestina con metodi legali o quasi legali, con le buone e non. Stiamo valutando ogni azione possibile per bloccare anche fisicamente gli sbarchi". ELEZIONI PRIMARIE PER L’ELEZIONE DEL
SEGRETARIO FEDERALE LEGA NORD CHI VOTA: TUTTI I MILITANTI CHE HANNO MATURATO UN ANNO DI ANZIANITÀ AL 31/12/2016 (IN CASO DI DUBBIO TELEFONARE ALLA SEGRETERIA PROVINCIALE 035/363111). DOCUMENTI NECESSARI: TESSERA S.O.M. DEL 2016, O DEL 2017 E DOCUMENTO D’IDENTITÀ. QUANDO SI VOTA: DOMENICA 14 MAGGIO DALLE 9.00 ALLE 18.00 DOVE SI VOTA: I MILITANTI DELLE CIRCOSCRIZIONI 16 E 20 A BERGAMO PRESSO LA SEGRETERIA PROVINCIALE IN VIA CADORE 1/C I MILITANTI DELLE CIRCOSCRIZIONI 17 E 21 A BOLGARE PRESSO LA SEDE DELLA LEGA NORD IN VIA DANTE ALIGHIERI, 2/A I MILITANTI DELLE CIRCOSCRIZIONI 18 , 19, 22 E 23 PRESSO LA FESTA DELLA LEGA NORD DI DALMINE IN VIA STELLA ALPINA (AREA FESTE) INOLTRE PER I SOCI MILITANTI CHE VANNO ALL’ADUNATA DEGLI ALPINI A TREVISO, SARA’ POSSIBILE VOTARE PRESSO LA SEDE PROVINCIALE DELLA LEGA NORD DI TREVISO IN VIA FONTANE, 95/B A FONTANE DI VILLORBA (TV) Un congresso soft senza sfidanti per Matteo Salvini alla vigilia delle amministrative. È questo l’obiettivo della Lega che si è data appuntamento per il 21 maggio prossimo, in una località ancora da definire e da scegliere tra il Veneto e la Lombardia. “La Lega va a congresso per prepararsi alle elezioni politiche che speriamo ci siano il prima possibile. È un congresso di rilancio e rafforzamento, sarà un grande momento di ascolto di tutti i militanti. Sono pronto a girare provincia per provincia prima del congresso”, ha annunciato Salvini, nel corso della riunione odierna del consiglio federale, massimo organo decisionale del Carroccio. Il segretario della Lega ha precisato che la decisione sulla data è stata presa dal consiglio federale su proposta dello stesso Salvini. Una settimana prima del congresso, e quindi il 14 maggio, ci saranno invece le primarie nelle segreterie provinciali.
L’obiettivo è puntare ad un congresso senza sfidanti per il segretario uscente. Secondo l’agenzia Adnkronos in tanti, all’interno del partito, pensano alla riconferma di Salvini. Arrivando poco prima delle amministrative dell’11 giugno, infatti, il congresso non può permettersi di mostrare una Lega con fazioni contrapposte e divisioni, con salviniani da una parte e bossiani dall’altra. Al contrario è opinione diffusa che l’occasione del congresso vada ben utilizzata, anche mediaticamente, evitando boomerang pericolosi. Non è un caso, che oggi Salvini si è preoccupato di spiegare come “lo Statuto del partito non verrà toccato“, restando nero su bianco nel testo-guida del Carroccio, l’obiettivo del raggiungimento dell’indipendenza della Padania. Rassicurazioni del segretario che sono state immediatamente salutate con favore da Umberto Bossi e suggellate da una plateale stretta di mano tra il Senatur e Salvini, come non avveniva da tempo. Nuovi tagli in arrivo per Regione Lombardia. La notizia è stata data dall’assessore all’economia Massimo Garavaglia in apertura di seduta di Consiglio regionale con un’informativa richiesta dal Presidente Maroni ai sensi dell’articolo 62 del Regolamento del Consiglio regionale.
L’assessore Garavaglia ha elencato le voci che dovranno concorrere alla copertura del nuovo contributo di finanza pubblica spettante al sistema Regioni per complessivi 2700 milioni circa. Oltre all’avanzo di bilancio, che per Regione Lombardia si aggira su 345 milioni (risultato da raggiungere a valere sulle entrate autonome), sono previsti una riduzione dei trasferimenti statali alla Lombardia per circa 80 milioni in materia di politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, edilizia scolastica, libri di testo, agricoltura, fondo inquilini morosi, edilizia sanitaria, e un nuovo e ulteriore taglio del Fondo nazionale Trasporti per circa 70 milioni. Garavaglia ha riferito che anche il livello di finanziamento del Fondo sanitario nazionale è stato rideterminato con una ulteriore riduzione rispetto alla legislazione della vigente legge di bilancio 2017. Sul fabbisogno sanitario 2017 così rideterminato graverà inoltre il taglio di 422 milioni sulle Regioni a statuto ordinario a causa del mancato contributo delle Regioni a statuto speciale. Dopo la comunicazione dell’assessore Garavaglia, si è svolto il dibattito, nel corso del quale sono intervenuti alcuni capigruppo. «Mi auguro -ha detto Massimiliano Romeo (Lega Nord)- che prevalga la responsabilità politica e in Consiglio si sviluppi un dibattito sereno sul rischio di tagli che incideranno su servizi essenziali». Enrico Brambilla (PD) ha detto: «Siamo favorevoli ad approfondire in Commissione il dibattito sulle possibili soluzioni. Riteniamo che una Regione importante come la Lombardia possa concorrere in termini di efficentamento e riduzioni di spesa». Per Stefano Bruno Galli (Lista Maroni), «alla luce della situazione economica pubblica il referendum sull’autonomia della Lombardia oggi non è più differibile: occorre contrattare la richiesta di ulteriori risorse con maggiore sovranità. L’insurrezione fiscale è dietro l’angolo».«Siamo disponibili a collaborare -è la sintesi dell’intervento di Stefano Buffagni (M5S)- su una spending review in Regione Lombardia, tagliando sprechi e spese inutili con coerenza e senso di responsabilità». Al termine l’assessore ha tra l’altro definito «utile e importante» un passaggio in Commissione e ha auspicato che «sul referendum sull’autonomia, ormai necessario, non ci siano divisioni». Massimiliano Romeo capogruppo Lega Nord in Regione Lombardia : Tagli del Governo Pd alle Regioni a statuto ordinario per il 2017: 485 milioni (80 per la Lombardia) sul Fondo politiche sociali; 422 milioni (70 per la Lombardia) su Fondo Sanitario Nazionale; 70 milioni (12 per la Lombardia) sul Trasporto Pubblico locale. Continua l'opera di distruzione dei territori da parte del Partito Democratico e del suo governo! Anche in Valle Brembana tagliate le corse per il -50%....e poi qualcuno parla anche di razionalizzare i costi con la spending review (M5S) o di trovare possibili soluzioni (PD): L'UNICA SOLUZIONE E' L'AUTONOMIA! LOMBARDIA AUTONOMA Variante stradale all’abitato di Zogno: situazione ad oggi - da Zogno Comunicazione dicembre 201613/1/2017
Dopo un anno dall’annuncio dato dal Presidente Maroni dello stanziamento di tutti i 31,5 milioni di euro necessari per il completamento dei lavori della variante stradale, avvenuto durante la Giunta Regionale tenutasi a Zogno, ritengo opportuno fare il punto della situazione. Nel corso dell’anno la procedura che porterà alla ripresa dei lavori ha subito forti ritardi, causati soprattutto da chi non ha fatto seguire con i fatti, i numerosi proclami di massima attenzione rivolti all’opera. Provincia di Bergamo ha fortemente ritardato la consegna del progetto definitivo, inizialmente prevista per la fine di febbraio, consegnandolo a Regione Lombardia, completo di tutta la documentazione (compresa l’analisi dei rischi e il piano di emergenza) solo il 10 giugno 2016. Da qui la successiva apertura, da parte della Provincia di Bergamo, della conferenza dei servizi solo nel mese di luglio, con chiusura della procedura avvenuta l’11 ottobre 2016. Tutto questo ha ritardato le fasi successive considerando che nel frattempo è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti (19 aprile 2016) che ha ulteriormente allungato la tempistica, introducendo nuovi passaggi procedurali precedentemente non previsti.
Azioni svolte dall’Amministrazione Comunale L’obiettivo principale prefissatomi in questi mesi è stato di verificare che i ritardi incontrati non mettessero a rischio il finanziamento regionale. Quello che ho constatato è la ferma convinzione del Governatore Maroni di confermare lo stanziamento dei 31,5 milioni di euro, cosa non scontata stante il rallentamento dell’iter procedurale per la ripresa dei lavori. Nel mese di febbraio ho incontrato i vertici di Infrastrutture Lombarde per un primo aggiornamento. Contestualmente ho invitato una lettera all’Assessore Regionale alle Infrastrutture affinché spronasse Provincia di Bergamo a rispettare gli impegni assunti. Nel mese di marzo ho nuovamente incontrato i vertici di Infrastrutture Lombarde per un ulteriore aggiornamento in considerazione del mancato rispetto dei tempi della consegna progettuale da parte di Provincia di Bergamo. Ad aprile ho incontrato il Presidente Maroni per ribadire l’importanza che la variante assume per Zogno e per l’intera Valle Brembana. Sempre nel mese di aprile ho inviato una lettera, senza ricevere risposta, al Presidente della Provincia di Bergamo nella quale lo invitavo ad accelerare i tempi per la conclusione delle procedure in carico alla Provincia. A maggio ho nuovamente incontrato i vertici di Infrastrutture Lombarde per un ulteriore aggiornamento della situazione, anche alla luce dell’entrata in vigore delle norme previste dal nuovo codice degli appalti. Nel frattempo, in consiglio comunale, con il solo voto favorevole della maggioranza,è stata approvata una mozione nella quale si chiedeva a Provincia di Bergamo di accelerare i tempi per il rispetto degli impegni presi. A luglio ho organizzato a Zogno un incontro tra i vertici di Infrastrutture Lombarde e della San Pellegrino spa, per rassicurare sul proseguo della procedura anche in vista degli investimenti finanziari (per una cifra superiore agli 80 milioni di euro) con i quali l’azienda delle acque minerali ha in programma di sviluppare il proprio sito produttivo. Ad ottobre ho incontrato nuovamente il Presidente Maroni a cui ho chiesto, ed ottenuto, conferma del finanziamento il quale, nel frattempo, è aumentato a 33,1 ml di euro in seguito all'aggiornamento del quadro economico presentato dalla Provincia di Bergamo. A fine novembre ho incontrato i funzionari di Regione Lombardia ai quali ho chiesto di inserire nella nuova convenzione che la progettazione esecutiva della bretella del Monte si faccia subito, senza attendere la fine lavori della variante. La scelta di muovermi con un lavoro apparentemente “nell’ombra”, ma incontrando in prima persona i soggetti incaricati di portare a termine l’opera, ha lo scopo di tenere alta l’attenzione rimarcando, ad ogni occasione, la rilevanza che la variante stradale riveste per l’economia di una intera valle. Ad oggi posso dire che, nonostante il “forte rammarico” per i ritardi accumulati, l’operazione sembra correttamente incanalata secondo le procedure previste dal nuovo codice degli appalti, cosa non scontata solo qualche mese fa. La speranza è che il prima possibile si arrivi al completamento dei lavori della “nostra” variante stradale che da tanto tempo i cittadini di Zogno meritano di vedere funzionante. Situazione ad oggi Quanto avvenuto nel corso del 2016 ha modificato il crono programma degli adempimenti che porteranno alla ripresa dei lavori. Si è resa necessaria una modifica alla precedente convenzione sottoscritta tra Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Infrastrutture Lombarde, nella quale sono state indicate le nuove scadenze. In particolare nel 2017 si dovrà effettuare la verifica del progetto definitivo, l’aggiudicazione della gara di servizi per la redazione del progetto esecutivo, il completamento della progettazione esecutiva, con la successiva verifica e approvazione dello stesso. La stipula del contratto di esecuzione dei lavori è prevista entro il mese di febbraio 2018. Per quanto riguarda i lavori di cantiere, è stimata una durata di 14 mesi. da Zogno Comunicazione Dicembre 2016 Ormai giunti alla metà del secondo mandato Ghisalberti si può affermare con certezza che la maggioranza assoluta degli zognesi ha riposto bene la propria fiducia. In questi periodi di prolungata difficoltà economica la macchina amministrativa zognese sta ottemperando, non senza difficoltà, con efficienza e soprattutto con trasparenza e lealtà al mandato amministrativo proposto. Cosa per niente scontata di questi tempi dove i politici anche ad alti livelli, ma non solo, dopo aver speso fiumi di parole ed aver occupato la poltrona, si scordano di tutto per tornare dopo cinque anni a riempirci di fumo negli occhi. Questo si può riscontrare anche nella nostra realtà se si guarda alla coerenza del lavoro amministrativo con il mandato presentato agli zognesi. Un esempio su tutti è il finanziamento di un’area sportiva nella frazione di Stabello, che ne è ancora sprovvista. L’ordine del giorno relativo, però, pur essendo indicato in entrambi i mandati elettorali, passa con i soli voti della mag- gioranza: l’onestà si misura con i fatti. La capillare risposta alle esigenze del territorio, ma soprattutto delle persone, si può già riscontrare concretamente con le numerose opere pubbliche realizzate ed avviate, ma anche dal- l’attenzione alle necessità dei cittadini che risiedono nei nuclei periferici, mantenendo efficienti i ben undici plessi scolastici presenti sul nostro territorio ed il relativo trasporto scolastico, nonostante la dichiarata contrarietà della minoranza consigliare che vorrebbe una razionalizzazione degli stessi. Queste azioni amministrative messe in atto dal Comune di Zogno rendono meno percepibili alla cittadinanza i forti tagli agli istituti scolastici che i vari governi autoproclamatisi hanno attuato, ovvero la totale inefficienza dell’attuale amministrazione provinciale che sta solo facendo l’esattore per conto dello stato lasciando le strade bergamasche, ed i bergamaschi, nell’oblio. Un dato su tutti: la Provincia di Bergamo ha trasferito allo stato nell’anno 2015 oltre 30 mln di Euro, nel 2016 più di 50 mln Euro e per il 2017 è previsto di superare la quota dei 60 mln di Euro. L’incapacità e l’inefficienza di questa amministrazione provinciale sono state oggetto di una mozione presentata dal gruppo Lega Nord Zogno, in particolare per gli ulteriori ritardi avutisi per il completamento della Variante di Zogno in Galleria. Nei primi due anni di amministrazione Matteo Rossi (PD), la provincia di Bergamo, dopo i numerosi proclami mediatici con cui voleva cofinanziare una parte dei 30 mln di Euro necessari, si è com- pletamente dileguata dagli impegni finanziari. Pure su questo, come su altri punti emersi nei dibattiti consiliari, la “lista civica” di opposizione non ha voluto prendere posizione contro la palese incapacità di questa amministrazione provinciale, ma è stata solerte a prendere posizione, dopo l’espresso sollecito del circolo di rifondazione comunista brembano, contro la serata informativa sulla famiglia, promossa dall’amministrazione comunale e dall’oratorio di Zogno. Amministrare il capoluogo brembano è un impegno da prendere seriamente che comporta anche rinunce e sacrifici, ed è positiva l’azione amministrativa che in questa direzione continua ad operare a 360 gradi. Come sempre concludo augurando un buon lavoro al nostro Sindaco Ghisalberti ed a tutta la squadra amministrativa per un proficuo anno di lavoro, per il bene di Zogno e degli Zognesi.
www.ghisalbertisindaco.org Bù Nedàl e auguri per l’an nöf. Il capogruppo Lino Gherardi - da Zogno comunicazione dicembre 2016 - |
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