Pulizia di tombini e caditoie. Uno scampolo di pista ciclabile. Il tetto della scuola da rifare. Qualcuno azzarda: la biblioteca. E tutti, proprio tutti, citano ciò che ormai, nel carnet delle opere pubbliche, è diventato lo status-symbol: asfalto liscio come un tavolo da biliardo o, in subordine, il rattoppo multiplo ma ben riuscito delle buche nelle strade. Un tempo la lista dei desideri dei sindaci contemplava interventi complicati. Oggi, solo ordinaria manutenzione. Quando è possibile. Perché in cinque anni, ovvero da quando il Patto di stabilità ha imposto vincoli di spesa più stringenti, il tesoretto riconducibile ai 244 Comuni bergamaschi è arrivato a sfiorare i 600 milioni di euro. Fondi incamerati spesso attraverso leve fiscali e alienazioni, che però vanno tenuti da parte perché il debito pubblico sia un po' meno debito. «Così però le opere si bloccano», ha spiegato Franco Tentorio, sindaco di Bergamo, città che da sola conta 90 milioni congelati, di cui 70 necessari per finanziare cantieri e progetti. Da tempo cova il malumore dei Comuni per regole che «scaricano sugli enti locali un problema che in larghissima parte è legato alla macchina centrale e statale». Ora la stretta è tale che per la prima volta, sabato, i primi cittadini bergamaschi scenderanno in piazza per una manifestazione bipartisan che ha già raccolto 200 adesioni. «Chiediamo di poter usare soldi nostri», hanno spiegato, annunciando la mobilitazione, esponenti di Pdl, Lega, Pd, liste civiche. Sono proprio gli organizzatori del corteo ad aver calcolato l'entità, ormai astronomica, del tesoretto. Una cifra che in Lombardia ha superato i 6,1 miliardi. L'appuntamento per la manifestazione è alle 10: corteo da piazza Matteotti al Teatro Donizetti, poi assemblea pubblica «autoconvocata». Intanto, però, arriva una buona notizia dalla Regione. Il Pirellone, con il meccanismo del «patto verticale», si accolla una parte dei vincoli di spesa liberando parte delle risorse dei Comuni, che potranno così spendere. Dopo i 19 milioni scongelati per la Bergamasca in maggio, ieri si è diffusa ufficiosamente la notizia di altri 2,1 milioni a disposizione. Una goccia nel mare, ma comunque qualcosa. «Serve però un cambiamento radicale delle regole: le amministrazioni virtuose, con i conti in regola, non possono essere penalizzate sempre», è la tesi dei sindaci orobici. L'appello va a governo e parlamento, perché il Patto di stabilità è sì una regola europea, ma sono gli Stati a decidere come raggiungere gli obiettivi. Per ora poco sembrano influire gli allentamenti, dal recentissimo scongelamento dell'1,5% delle quote («Briciole»), a quello di inizio 2013 per il pagamento delle imprese: in Lombardia, da gennaio, risultano essersi già accumulati circa 990 milioni, un decimo circa nella Bergamasca. Sono fondi chiusi nelle casse di Comuni e Province, che però non possono arrivare a destinazione (leggi, alle imprese) a causa dei lacci finanziari. E ieri, sul tema delle mobilitazioni, c'è stato spazio anche per una polemica. Palafrizzoni non era infatti presente all'Assemblea annuale dell'Associazione nazionale dei Comuni (Anci): «Sta bene la manifestazione indetta per sabato hanno scritto i consiglieri del Patto civico in una interpellanza , ma è un controsenso promuovere iniziative locali e disertare contemporaneamente importanti tavoli nazionali». Dal Comune, la chiosa: «L'assenza è legata a problemi personali improvvisi spiega l'assessore delegato dal sindaco alla presenza a Firenze, Enrico Facoetti , ma abbiamo chiesto gli atti. Nessuna diserzione».(fonte Corriere della Sera - Bergamo).
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Gennaio 2024
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