nuove strategie industriali Maroni a Bruxelles, durante la visita di Letta
A Fabrizio Sala piacciono le immagini forti. «Stiamo intervenendo a cuore aperto sul paziente Economia italiana», dice il sottosegretario di Regione Lombardia con delega all'Expo e all'internazionalizzazione delle imprese. Sala accompagna oggi il governatore Roberto Maroni a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo. Una visita pianificata nell'ambito del World Expo Tour, che coincide con quella del premier Enrico Letta, organizzata in vista del semestre di Presidenza italiana dell'Ue che si aprirà a luglio. L'evento di Milano è al centro dell'incontro fissato nel pomeriggio col presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, col presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, col Commissario generale per Expo Milano 2015 dell'Ue David Wilkinson e col Segretario generale del Bie Vicente Loscertales. Ma scopo della delegazione lombarda è andare oltre la promozione della kermesse. «Il primo obiettivo - annuncia Sala - è fare un passo avanti nella nostra campagna per la lotta alla contraffazione. Molte regioni europee sono con noi, se riusciamo a costruire una strategia comune e ottenere iniziative sinergiche, l'Expo avrà tagliato il suo più importante traguardo: essere riuscita a convincere l'Ue a varare nuove normative. Ma c'è di più. Se una mobilitazione come questa avrà successo, significherà che l'Europa della Regioni esiste non solo sulla carta, e può incidere politicamente». Cosa chiederete a Bruxelles? «Normative adeguate all'economia attuale, frutto della globalizzazione e della liberalizzazione dei mercati. La denominazione d'origine controllata non tutela solo i marchi, ma la stessa sicurezza alimentare. Per l'Italia è un punto fondamentale. Perché ciò che ci permette di stare sul mercato è il prodotto di margine. Quello che, essendo di qualità, assicura guadagni più alti. In uno Stato in cui non c'è una politica economica, tocca a noi, come Regione, offrire tutela ai settori che sono garanzia della nostra eccellenza nel mondo». E la cosiddetta Europa delle Regioni è con voi? «La Catalogna ha già firmato il nostro documento da presentare all'Ue. Domani parteciperò a un'iniziativa per la crescita attraverso la specializzazione intelligente, cui aderiscono otto regioni: dalla Scozia ai Paesi Baschi, dalla Piccola Polonia alla Scania, fino a Tampere e alla Vallonia. L'obiettivo è realizzare una road map per focalizzare investimenti sulle industrie emergenti e sviluppare cluster di dimensione europea. Significa concentrarsi su biotecnologie, manifatturiero, energie sostenibili, e sottoscrivere una lettera d'impegni per avviare la competitività dell'industria in Europa. Un piano di sviluppo scritto dalle Regioni, il tipo d'Europa in cui crediamo. Per questo la due giorni di Bruxelles è una pietra miliare del lavoro che stiamo facendo per e intorno all'Expo». L'Ue crede nell'Esposizione? «In parte sì, tanto che parteciperà con un Padiglione. Ma non tutti gli Stati che la compongono ci credono. O non credono, magari, nelle battaglie che stiamo portando avanti per far sì che il 2015 segni una svolta anche sul piano legislativo e del progresso. Prendiamo il tema del lavoro, che è il più caldo al momento. L'Expo come leva di strategie internazionali può aprire spiragli importanti. La competitività delle imprese è un modo per garantire il benessere delle future generazioni». (fonte ilgiorno.net) .