Qualcuno vorrebbe far credere che i problemi più importanti dei cittadini sono legati all’eventualità di un “rimpasto” nel governo Letta o al patto di coalizione che dovrebbe tenere in piedi l’attuale maggioranza, almeno per un altro anno di legislatura. In realtà né l’una né l’altra sono le questioni principali con le quali famiglie e imprese devono fare i conti. La verità è che due anni di governi tecnici e di larghe (o piccole) intese stanno facendo precipitare tutti in una disastrosa situazione, tipica da prima Repubblica. Basti pensare ai dati forniti da Bankitalia che certificano come il debito delle amministrazioni pubbliche sia aumentato a novembre di 18,7 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a oltre 2.104 miliardi. Un dato inequivocabile che certifica il totale fallimento delle politiche economiche degli ultimi governi, che hanno portato alle stelle la pressione fiscale senza però scalfire minimamente la spesa pubblica improduttiva. Un dramma del nostro sistema che il governo in carica, neo centralista e quanto mai vessatore, non intende minimamente risolvere, preferendo perdersi nel più ‘allettante’ tema dell’avvicendamento alle poltrone ministeriali. Non tranquillizzano per niente le precisazioni del Tesoro, secondo cui il debito delle amministrazioni pubbliche a dicembre dovrebbe essersi "fortemente ridotto", perché anche se fosse vero il punto è che, in assenza di riforme strutturali, quale avrebbe potuto e dovuto essere l’adozione totale dei costi standard nella pubblica amministrazione, la giostra della spesa pubblica non si fermerà mai. E con essa le politiche restrittive europee, che non permettono di rilanciare l’economia con politiche di sviluppo e con incentivi alla crescita.
SENZA COSTI STANDARD LA GIOSTRA DELLA SPESA PUBBLICA NON SI FERMERA' MAI di Giacomo Stucchi
Qualcuno vorrebbe far credere che i problemi più importanti dei cittadini sono legati all’eventualità di un “rimpasto” nel governo Letta o al patto di coalizione che dovrebbe tenere in piedi l’attuale maggioranza, almeno per un altro anno di legislatura. In realtà né l’una né l’altra sono le questioni principali con le quali famiglie e imprese devono fare i conti. La verità è che due anni di governi tecnici e di larghe (o piccole) intese stanno facendo precipitare tutti in una disastrosa situazione, tipica da prima Repubblica. Basti pensare ai dati forniti da Bankitalia che certificano come il debito delle amministrazioni pubbliche sia aumentato a novembre di 18,7 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a oltre 2.104 miliardi. Un dato inequivocabile che certifica il totale fallimento delle politiche economiche degli ultimi governi, che hanno portato alle stelle la pressione fiscale senza però scalfire minimamente la spesa pubblica improduttiva. Un dramma del nostro sistema che il governo in carica, neo centralista e quanto mai vessatore, non intende minimamente risolvere, preferendo perdersi nel più ‘allettante’ tema dell’avvicendamento alle poltrone ministeriali. Non tranquillizzano per niente le precisazioni del Tesoro, secondo cui il debito delle amministrazioni pubbliche a dicembre dovrebbe essersi "fortemente ridotto", perché anche se fosse vero il punto è che, in assenza di riforme strutturali, quale avrebbe potuto e dovuto essere l’adozione totale dei costi standard nella pubblica amministrazione, la giostra della spesa pubblica non si fermerà mai. E con essa le politiche restrittive europee, che non permettono di rilanciare l’economia con politiche di sviluppo e con incentivi alla crescita. Comments are closed.
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