tirato il freno sul motore delle riforme promosse dalla Lega Nord. Se invece si fosse portato a termine il nostro
processo riformatore, anziché prendere di mira i pensionati e i proprietari di casa, con politiche che hanno solo
depresso l'economia e i consumi, vivremmo in una situazione diversa. Addossare oggi, sull'onda dello scandalo del Lazio, tutte le colpe al principio dell'autonomia amministrativa è sin troppo facile ma non serve a niente. Perché non risolve la questione principale che sta alla base del problema, ovvero la mancata introduzione nel nostro Paese del federalismo fiscale. Avere dato alle regioni l'autonomia della spesa, senza però averle responsabilizzate (così come prevede la nostra riforma), ha prodotto le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Se vivessimo in un Paese normale basterebbe un po' di onestà intellettuale e la semplice ammissione che, per evitare il ripetersi di nuove scandalose gestioni amministrative negli enti locali, la soluzione esiste già e si chiama federalismo fiscale.Così come se i costi standard non fossero stati lasciati sul binario morto dal governo dei tecnici, e dalla strana maggioranza che lo sostiene, probabilmente troppo impegnati ad inventare nuove tassazioni sui cittadini e leimprese che non possono più andare avanti, ora tutto il sistema ne avrebbe tratto vantaggio. Purtroppo però il governo Monti ha fatto altro, anche perché condizionato dalla politica di Casini, e dei suoi compagni di partito, che hanno preferito continuare a ciurlare nel manico del becero assistenzialismo, perché grazie a questo hanno sempre preso i loro voti, soprattutto al sud, ma anche del centralismo romano, linfa vitale per il loro sistema di potere. Il vero buco nell'acqua, quindi, lo hanno fatto loro e non il federalismo fiscale promosso dalla Lega Nord. Le posizioni di Casini, che vorrebbe continuare a togliere dalle tasche dei cittadini quel poco che è loro rimasto per mantenere un apparato inefficiente e centralista, costituiscono un motivo in più per portare avanti le battaglie della Lega. A cominciare dalla costituzione della Macroregione del Nord, che ha nell'esclusività delle competenze, nel gettito fiscale (il 75 per cento delle tasse pagate dai residenti) e nella responsabilità piena di chi governa, i suo punti di forza. Si tratta di una risposta concreta alle istanze del Nord che continua ad essere la parte più produttiva del Paese ma anche quella più virtuosa, e che vuole essere artefice del proprio destino. Si tratta però
anche di un'opportunità per il Paese, che altrimenti resterebbe nelle mani di Casini e di quanti, come lui, lo
affonderebbero irreparabilmente. di Giacomo Stucchi, 27 settembre 2012