di Giacomo Stucchi
I toni concilianti che hanno fatto seguito all’incontro tra il Governo e i vertici dell’Anci, nel quale sembrerebbe che i Comuni si siano detti favorevoli alla proposta di modifica del governo relativa all'aumento della Tasi, non devono trarre in inganno. Quindi, il Governo dovrebbe ora trovare con urgenza una soluzione affinchè tale aumento non si traduca in maggiore pressione fiscale, ma è evidente che il governo Letta, sulla questione della casa, ma anche su molto altro ancora, giochi allo scaricabarile. Per i Comuni è chiaro che la proposta del Governo è sempre meglio che niente, ma resta il fatto che lo Stato centrale scarica sugli Enti Locali il ruolo di esattore, altro che federalismo. Questo governo, con i pasticci che combina su tutti i fronti a ritmo ormai quotidiano, non sarebbe nemmeno in grado di immaginarlo il federalismo, figuriamoci applicarlo. Come si fa a proporre l’aumento dell’aliquota Tasi-Imu e al contempo asserire che la pressione fiscale non aumenterà? La verità è che la confusione regna sovrana e che, dalla d.l. Enti Locali (c.d. Salva Roma) alla questione degli scatti di anzianità per i docenti, si è perso il numero di tutte le volte che il governo ha dovuto fare retromarcia, senza mai peraltro porre rimedio ai guai provocati. Che non mancheranno di certo anche nel prossimo futuro, mano a mano che le norme dei provvedimenti dispiegheranno i loro deleteri effetti. Tutto questo è sintomo di poca affidabilità, soprattutto per i cittadini che hanno perso ogni speranza di essere governati seriamente e sono costretti ad assistere a un disastro dietro l’altro. L’azione del governo si rivela poi particolarmente dannosa per il Nord dove, ultimo anello di un'interminabile catena, anche il rincaro delle tariffe autostradali è molto penalizzante. Altro che spending review del commissario Cottarelli, qui siamo alle solite: si spreme la parte più produttiva del Paese per buttare risorse da qualche altra!.