Il segretario della Lega traccia l'agenda per le prossime settimane
«Di fronte alla rapina fiscale che il Nord subisce ogni giorno invochiamo la legittima difesa». Se da Roma non arriveranno le risposte che i cittadini padani aspettano prenderà il via la rivolta fiscale. Si comincerà dall’Emilia, dalla zona martoriata prima dal terremoto e ora dall’alluvione. O sarà no tax area oppure il Nord inizierà a ribellarsi. Matteo Salvini passa al contrattacco. Basta subire in silenzio. «Noi, come diceva Don Sturzo, siamo liberi e forti» e pronti a resistere. Ieri a Milano il Fronte del Nord è sceso in campo. I tre governatori leghisti, assessori e consiglieri regionali, riuniti per stilare una road map per le prossime settimane. E’ stato proprio il Segretario federale, al termine dei lavori, a lanciare il Carroccio all’attacco. «Roma e Bruxelles ci stanno togliendo autonomia e soldi. In corso c’è una rapina fiscale nei nostri confronti. Negli ultimi due anni agli enti locali sono stati tagliati più di 5 miliardi di trasferimenti» ha spiegato Salvini. Se a questo aggiungiamo le decine di miliardi, soldi dei tartassati padani, che finiscono a Roma per scomparire in sprechi e spese inutili, si capisce che la «situazione è ormai a livelli intollerabili». Quindi, «di fronte alla rapina, invochiamo il diritto alla legittima difesa». Parole dure che si legano alle proposte concrete lanciate ieri dal leader padano. Su la Padania l'articolo integrale
IL FRONTE DEL NORD parte al contrattacco:
«La rapina è a livelli ormai insopportabili»
Ieri a Milano stilato il piano d’azione per le prossime settimane. «La nostra è legittima difesa dal rigurgito centralista romano»
Il Nord resiste. E contrattacca. Ieri, i tre governatori della Lombardia, del Veneto e del Piemonte, Roberto Maroni, Luca Zaia e Roberto Cota, insieme agli assessori regionali e ai consiglieri si sono ritrovati a Milano per condividere e stilare una road map per le prossime settimane sotto la regia del Segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini. Al Novotel di Milano è andato in scena il Fronte del Nord. «Siamo vittime di una quotidiana rapina, invochiamo la legittima difesa» ha spiegato il leader del Carroccio. Che poi, in una conferenza stampa, ha elencato i risultati della giornata di lavoro, con tavoli operativi sulle varie tematiche e con momenti di riunioni plenarie. Un lavoro serrato che ha portato alla realizzazione di una vera e propria agenda suddivisa in due parti: le azioni che il Carroccio, nelle piazze e nelle istituzioni, porterà avanti per difendere il Nord dal «rigurgito di centralismo romano», come lo ha definito Maroni, e una serie di buone pratiche già realizzate in alcune regioni da esportare ovunque. Così si va dalla no tax area per le zone colpite dall’alluvione al netto rifiuto della possibilità di accogliere nuovi profughi, dal principio della residenzialità per accedere a qualsiasi forma di contributo o di sussidio al referendum sull’indipendenza, già in discussione in Veneto e da esportare anche in Lombardia e Piemonte. Il Fronte del Nord si fa più compatto e lavora unitariamente per aprire gli ospedali anche di sera, come già fatto in Veneto e a Torino, oppure per eliminare il bollo sui motorini e dare un sostegno ai giovani. Proposte concrete e grandi battaglie ideali. «Con oggi partiamo al contrattacco - ha tuonato Salvini - , la rapina che subiamo da Roma e Bruxelles è a livelli insopportabili».
Maroni: battaglia comune contro il neocentralismo
«Il ddl Delrio farà passare per legge il governo del territorio al centrosinistra»
«Mettiamo in comune le migliori performance, e le altre Regioni si adegueranno». Così il Governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha tirato le fila della riunione di ieri a Milano, la prima di una serie di incontri periodici da tenere fra i Governatori, gli assessori e i consiglieri del Carroccio di tutte le Regioni del Nord.Nel suo intervento al termine della riunione, Maroni ha ricordato innanzitutto le buone politiche che la sua Giunta mette sul tavolo come esempio per le altre Regioni. «Vogliamo un’azione comune della Macroregione - ha detto - sulla cancellazione del bollo auto, come abbiamo già fatto per i veicoli Euro 3 se sostituiti con altri Euro 5 o 6, così da avere un minore impatto ambientale. Puntiamo all’abolizione dei ticket sanitari, dopo averne esteso l’esenzione a tutti gli over 65 lombardi, in tutto 800 mila cittadini. E abbiamo fatto una battaglia straordinaria sui costi standard, per valorizzare giustamente l’impegno sulla sanità del Veneto, che è una delle tre Regioni “Benchmark” (ovvero modello sul piano finanziario, nda)».
Sul piano politico-istituzionale, Maroni esorta le Regioni del Nord a contrastare il «rigurgito centralista» in atto. «Il disegno di legge Delrio - ha spiegato il Governatore lombardo facendo riferimento alla riforma degli Enti locali propugnata dall’attuale ministro per gli Affari Regionali e le autonomie, Graziano Delrio - che abolisce le Province per creare le Città metropolitane, mira a far passare per legge il governo del territorio dal centrodestra al centrosinistra. Le competenze delle Province, ma anche molte di quelle delle Regioni, passerebbero per legge ai sindaci dei capoluoghi, guarda caso di centrosinistra. Noi siamo contrari a questa offensiva neocentralista - ha incalzato Maroni - perché la norma è incostituzionale, e se sarà approvata siamo pronti a fare ricorso alla Corte Costituzionale».
In sostanza, quello che si prospetta se non si porrà un freno alle politiche del governo nazionale è «un ritorno al passato, anzi al trapassato, a prima del 1970, quando le Regioni ancora non esistevano. È un chiaro disegno della sinistra: abolire i poteri delle Regioni e riportarli tutti al centro».
Di fronte a questa politica dello Stato centrale, Maroni annuncia la volontà di rilanciare, attraverso una riforma del sistema delle Regioni: «Ce ne sono troppe, alcune piccole sono inefficienti. Di qui la nostra sfida: via il ddl Delrio, e via a una riforma vera, con la riduzione delle Regioni, la possibilità di costituire Macroregioni e l’abolizione del sistema delle competenze concorrenti, che aumenta solo i costi. Non voglio più che qualcuno a Roma possa riscrivere le regole quando le nostre non gli vanno bene, e se mi oppongo me lo impedisce, come ai tempi dei commissari di governo».
Concludendo il suo intervento, Roberto Maroni ha rinnovato l’appello a «combattere una sacrosanta battaglia per migliorare i servizi per i cittadini in maniera uniforme e contro il disegno neocentralista».
Zaia: condividiamo le buone politiche come vuole la gente
«Il coordinamento delle nostre Regioni ha già funzionato sui costi standard,
che abbiamo imposto a questo Paese sgangherato»
Partirà dal Veneto la campagna della Lega per “monitorare” il sentimento popolare sull’indipendenza, attraverso i gazebo nelle piazze. L’iniziativa annunciata alla presentazione del “Fronte del Nord” dal Segretario federale Matteo Salvini per l’1-2 marzo prossimi non può che fare felice il Governatore della Regione, Luca Zaia, che al termine dei lavori della riunione di ieri a Milano ha espresso tutta la sua soddisfazione per la «candidatura del Veneto a testare che cosa pensa la gente dell’indipendenza» delle Regioni del Nord.«Vediamo di buon occhio questa iniziativa - ha esordito Zaia riferendosi alla riunione di ieri - perché condividere buone pratiche di governo è quello che chiedono i cittadini. Il coordinamento delle tre Regioni ha già funzionato per esempio sui costi standard, che abbiamo imposto, mordendo e piantando le unghie, come prassi in un Paese sgangherato quale il nostro».
Il Governatore del Veneto ha quindi ricordato come «la nostra è una delle pochissime regioni con residuo fiscale (la differenza tra entrate e uscite rispetto allo Stato centrale, nda) attivo, pari a 21 miliardi di euro all’anno che noi, in perfetto stile veneto, lasciamo a Roma per spirito di solidarietà e nella speranza che servano a qualcosa». Invece quei soldi finiscono sempre ad alimentare il malgoverno del resto del Paese. Di qui la rabbia di Zaia, che ricorda come «con i costi standard risparmieremmo 30 miliardi all’anno: tutta un’altra musica rispetto alla politica del governo, che si esaurisce sempre in nuove tasse».
Fra i fiori all’occhiello dell’Amministrazione regionale veneta ci sono gli ospedali aperti di sera: un esperimento senza precedenti in Italia, che ha riscosso grande successo ed è già stato ripreso in Piemonte. Ogni settimana, nei giorni di lunedì, mercoledì, sabato e domenica ambulatori e altre strutture ospedaliere rimangono aperti al pubblico fino a mezzanotte, per venire incontro alle esigenze di chi in altri orari studia, lavora o deve occuparsi della famiglia. «Un progetto che funziona ed è una grande apertura culturale» ha tenuto a ribadire Zaia, che ha così sintetizzato l’esperimento felicemente condotto nelle Asl del Veneto: «Di giorno ci occupiamo dei ricoverati e di notte dell’utenza esterna».
Ma il Veneto non è pronto soltanto ad “esportare” validi modelli di amministrazione pubblica. «Mutuerò nella mia Regione - ha concluso Luca Zaia - i buoni progetti lombardi e piemontesi, perché questo agire è rispettoso del mandato avuto dai cittadini». ( fonte La Padania)