«Facciamo una fotografia dell'esistente - ha spiegato – vediamo cosa c'è e nel frattempo facciamo la moratoria prima di rilasciare altre licenze per grandi centri che ammazzano i piccoli negozi». Più morbida la posizione del segretario della Lega e candidato alla presidenza della Regione Lombardia circa la diatriba, che suole dividere grandi e piccoli negozi, sulle aperture festive: qui Maroni pensa al consumatore e auspica un «giusto equilibrio». «Non bisogna penalizzare i piccoli negozi - ha chiarito il leader del Carroccio - i negozi di vicinato e quelli dei centri delle città perché svolgono un ruolo sociale. Bisogna, però, anche fare in modo che i cittadini abbiamo modo di fare la spesa quando vogliono. Il giusto equilibrio si ottiene incontrando, parlando, discutendo con gli uni e con gli altri». Di opinione diametralmente opposta è Gabriele Albertini, anch'egli candidato alla guida della Lombardia, che apre, invece, ai colossi della distribuzione: «È vero che inizialmente, l'apertura di un nuovo centro commerciale può avere ricadute difficili per le piccole imprese - ha ammesso- ma anziché bloccare gli investimenti economici bisognerebbe cercare di favorire l'unione dei piccoli in consorzi». Porte spalancate Per l'ex sindaco, dunque, alla concorrenza spietata delle grandi strutture nei confronti dei piccoli. Sul tema è intervenuto anche il capolista della Lega Nord per la Camera in Trentina, Maurizio Fugatti, partecipando proprio alla manifestazione di "Rete Imprese Italia" a Trento. «Il nostro futuro - ha dichiarato - dipende dalla sopravvivenza e dalle possibilità di sviluppo delle piccole e medie imprese. Mentre il governo Monti si preoccupava di salvare le banche e di portare le tasse a livelli insostenibili, nel Paese chiudevano mille imprese al giorno». «La diminuzione della pressione fiscale di un punto l'anno e il blocco ali 'aumento dell'Iva sono alcune delle risposte concrete alla crisi contenute nel programma della Lega Nord», ha spiegato Fugatti. Sempre da Milano è intervenuto il presidente uscente del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti, capolista della Lega Nord per il capoluogo lombardo e provincia alle prossime elezioni regionali. «Qui bisogna bloccare le campane che suonano a morto - ha detto - la Lombardia ha bisogno di senti re altri rintocchi. E allora via subito l'Irap alle imprese che assumono i giovani, acceleriamo sul lavoro».
Gli imprenditori sono persone che si danno da fare, hanno poco tempo per protestare perché devono necessariamente pensare prima a mandare avanti la propria azienda. Nelle poche occasioni durante le quali fanno sentire la loro voce, fanno seguire alla protesta proposte efficaci per il rilancio del mondo dell'impresa e del lavoro. È accaduto anche ieri, in tutta la Penisola nel corso delle manifestazioni di Rete Italia, l'associazione che riunisce Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani, in tutto 2,5 milioni di aziende e 14 milioni di occupati. Il grido d'allarme lanciato da almeno trentamila imprenditori in ottanta città italiane è stato questo: nel 2012 ha chiuso un'impresa al minuto. Quattro le richieste avanzate al mondo della politica da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e, di turno, di Rete Imprese: riduzione della pressione fiscale, nuovo credito, semplificazione burocratica, investimenti per le infrastrutture. Quattro richieste semplici, quindi, perché - come ha detto Sangalli a Roma - «senza impresa non c'è futuro e non c'è la salvezza dell'Italia». È ora di portare «alla ribalta delle decisioni politiche - ha spiegato - le ragioni della crescita e dell'equità, tenendo insieme - in Europa e in Italia – dinamicità dell'export e tonicità della domanda interna, politica industriale e politica per i servizi». Per i commercianti «l' Italia è un Paese più povero, in cui il Pii e consumi pro capite hanno fatto un balzo all'indietro i circa quindici anni». Per questo, ha affermato ancora Sangalli, «Chiediamo alla politica di non mettere in liquidazione le imprese». A rispondergli, a stretto giro di dichiarazioni, è stato il segretario del Carroccio, Roberto Maroni, che a Milano, spiegando le strategie della Lega per il governo della Lombardia alla quale è candidato, ha avuto modo di chiarire la propria posizione. Maroni ha, infatti, scelto la giornata di mobilitazione lanciata da Rete Imprese Italia per annunciare l'idea di rivedere il sistema di distribuzione mettendo un freno ai grandi operatori:
«Facciamo una fotografia dell'esistente - ha spiegato – vediamo cosa c'è e nel frattempo facciamo la moratoria prima di rilasciare altre licenze per grandi centri che ammazzano i piccoli negozi». Più morbida la posizione del segretario della Lega e candidato alla presidenza della Regione Lombardia circa la diatriba, che suole dividere grandi e piccoli negozi, sulle aperture festive: qui Maroni pensa al consumatore e auspica un «giusto equilibrio». «Non bisogna penalizzare i piccoli negozi - ha chiarito il leader del Carroccio - i negozi di vicinato e quelli dei centri delle città perché svolgono un ruolo sociale. Bisogna, però, anche fare in modo che i cittadini abbiamo modo di fare la spesa quando vogliono. Il giusto equilibrio si ottiene incontrando, parlando, discutendo con gli uni e con gli altri». Di opinione diametralmente opposta è Gabriele Albertini, anch'egli candidato alla guida della Lombardia, che apre, invece, ai colossi della distribuzione: «È vero che inizialmente, l'apertura di un nuovo centro commerciale può avere ricadute difficili per le piccole imprese - ha ammesso- ma anziché bloccare gli investimenti economici bisognerebbe cercare di favorire l'unione dei piccoli in consorzi». Porte spalancate Per l'ex sindaco, dunque, alla concorrenza spietata delle grandi strutture nei confronti dei piccoli. Sul tema è intervenuto anche il capolista della Lega Nord per la Camera in Trentina, Maurizio Fugatti, partecipando proprio alla manifestazione di "Rete Imprese Italia" a Trento. «Il nostro futuro - ha dichiarato - dipende dalla sopravvivenza e dalle possibilità di sviluppo delle piccole e medie imprese. Mentre il governo Monti si preoccupava di salvare le banche e di portare le tasse a livelli insostenibili, nel Paese chiudevano mille imprese al giorno». «La diminuzione della pressione fiscale di un punto l'anno e il blocco ali 'aumento dell'Iva sono alcune delle risposte concrete alla crisi contenute nel programma della Lega Nord», ha spiegato Fugatti. Sempre da Milano è intervenuto il presidente uscente del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti, capolista della Lega Nord per il capoluogo lombardo e provincia alle prossime elezioni regionali. «Qui bisogna bloccare le campane che suonano a morto - ha detto - la Lombardia ha bisogno di senti re altri rintocchi. E allora via subito l'Irap alle imprese che assumono i giovani, acceleriamo sul lavoro». Comments are closed.
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