Cinque i capitoli: assegno mensile, bonus bebè e per l’affitto, eliminato il superticket sanitario, aiuto a trovare lavoro
Il primo dei 5 provvedimenti è l’abolizione del «superticket» ambulatoriale per le famiglie, una tassa che può arrivare fino a 30 euro a seconda della prestazione. Il reddito familiare imponibile richiesto per rientrare nella misura è di massimo 18 mila euro e la decorrenza del provvedimento è dal prossimo 15 di ottobre. La modalità di accesso avverrà attraverso l’autocertificazione del reddito e la Regione calcola che i destinatari su base annua possano essere 500mila famiglie. Inoltre dal primo gennaio 2016, compatibilmente con le disponibilità finanziarie, all’interno di questa misura verrà inserito il quoziente familiare secondo il modello francese. Il secondo provvedimento è quello del bonus bebè, che è già attivo. Si tratta di un contributo economico una tantum di 800 euro per i secondi figli e di mille euro dal terzo figlio in poi. In questo caso, per accedere al contributo, bisognerà dichiarare un reddito Isee fino a 30 mila euro. Il provvedimento è attivo dalla mezzanotte di ieri e la stima dei destinatari è di 25 mila secondogeniti e 10 mila terzogeniti e oltre. Fra i requisiti, in questo caso, c’è la residenza in Lombardia da almeno 5 anni. Altra misura inserita nel reddito di autonomia è quella del bonus affitti, un contributo economico una tantum di 800 euro rivolto alle famiglie in condizioni di fragilità socioeconomica
e residente nei comuni ad elevata tensione abitativa. Il reddito Isee di riferimento è compreso fra i 7mila e i
9mila euro e la misura partirà dal primo novembre 2015, anche in questo caso viene inserito il requisito della residenza in Lombardia da almeno 5 anni e la Regione prevede su base annua che saranno 6 mila le famiglie
destinatarie. Il quarto provvedimento è l’assegno di autonomia. Si tratta di un voucher di 400 euro mensili, per 12 mesi, per l’acquisizione o il mantenimento dell’autonomia personale a favore delle persone anziane o disabili
in condizioni di non autosufficiente e a forte rischio di esclusione sociale. Il reddito Isee di riferimento massimo
per accedere alla misura è di 10mila euro e la decorrenza è dal primo dicembre 2015. I destinatari dovrebbero essere circa mille famiglie su base annua e tra i requisiti anche qui c’è la residenza in Lombardia da almeno
5 anni. L’ultima misura presentata è il progetto di inserimento lavorativo: un contributo economico di 300 euro al mese, per un periodo massimo di 6 mesi, per favorire l’inserimento o il reinserimento lavorativo attraverso
attività di orientamento, formazione, ricerca attiva del lavoro. Il reddito Isee per l’accesso è fino a 18 mila euro e il provvedimento scatta dal 15 ottobre 2015. I destinatari su base annua dovrebbero essere 5mila e tra i requisiti è richiesto di essere disoccupati da oltre 36 mesi, di non fruire di nessuna integrazione al reddito e di trovarsi in una condizione di difficoltà economica. Come si evince dai requisiti, il provvedimento sul ticket e
quello sull’inserimento lavorativo sono gli unici in cui non viene chiesta la residenza in regione da almeno 5 anni. Nel secondo caso il motivo è che le risorse arrivano dai fondi europei e Palazzo Lombardia non può imporre un vincolo del genere. Una motivazione analoga, per quanto riguarda i ticket, è stata data dallo stesso Maroni
che ha sottolineato che non sia stato possibile inserire il criterio dei 5 anni perché si tratta di soldi erogati dal Fondo sanitario nazionale. Il governatore ha parlato di «cinque azioni sperimentali che compongono una misura condivisa da tutta la maggioranza in Regione». Il presidente lombardo ha infine rivelato che è stato «costituito
un comitato di monitoraggio» composto dallo stesso Maroni e dagli assessori regionali alla Casa Fabrizio Sala e al Lavoro Valentina Aprea . ( fonte Eco di Bergamo)