In Lombardia inizia la rivoluzione
Approvato il pacchetto di norme per rilanciare l'economia e fermare le delocalizzazioni.
Nella Lombardia di Maroni il tema del lavoro resta saldamente al centro dell’attenzione con l’approvazione in Consiglio Regionale del progetto di legge per la libertà d’impresa e la competitività. Non erano mancati, nelle scorse settimane, alcuni tentativi di polemica da parte dei consiglieri del PD che in sede di commissione, avevano scelto di uscire dall’aula al momento del voto. La flebile protesta del PD, che stigmatizzava la decisione di sperimentare la moneta complementare, è del tutto rientrata in aula, dove il provvedimento ha ricevuto il via libera all’unanimità, grillini compresi. Il voto concorde del Consiglio è frutto di un lavoro bipartisan durato un paio di mesi che ha coinvolto politici e funzionari di entrambi gli schieramenti, con l’obiettivo raggiunto di perfezionare il testo e renderlo sempre più ricco di azioni concrete.
Veniamo ora ai contenuti. Il fulcro del provvedimento consiste nell’introduzione degli “Accordi di competitività”, una novità assoluta nel panorama nazionale. Gli accordi stabiliscono obblighi reciproci tra realtà imprenditoriali e la pubblica amministrazione. Le imprese che aderiscono si impegnano a restare sul territorio, in cambio la Regione e i Comuni interessati dovranno fare la propria parte, avviando zone a burocrazia zero e diminuendo il carico fiscale. Uno strumento fondamentale per contrastare il sempre più allarmante fenomeno della delocalizzazione delle imprese che per colpa dello Stato italiano chiudono i battenti da noi per aprire all’estero. A favore del sistema produttivo lombardo la legge, finanziata dalla Regione con oltre 20 milioni di euro, introduce poi la riduzione IRAP del 25% per le nuove imprese, il marchio “Made in Lombardy” per tutelare e certificare i prodotti del territorio e differenti misure per semplificare la vita a chi vuole aprire un impresa in Lombardia.
Il leghista Angelo Ciocca, presidente della Commissione che ha lavorato sul testo, ricorda le oltre 40 audizioni con le realtà imprenditoriali e sindacali e afferma che «questa legge è un messaggio che mandiamo al Governo di Roma: rinunciare a spremere le imprese se vogliamo preservare l’occupazione. In linea con la strada tracciata dal Presidente Maroni introduciamo strumenti coraggiosi per portare i modelli imprenditoriali al passo con i tempi, agevoliamo l’export e disincentiviamo l’importazione. Con la moneta complementare fidelizziamo il rapporto tra impresa e fornitori e snelliamo l’accesso al credito». Secondo Fabio Rolfi, bresciano consigliere del Carroccio, «è imperativo portare la nostra regione ad essere terra davvero accogliente per le imprese, ricostruendo un clima propizio e consono a questo scopo: il nostro territorio deve tornare un luogo dove si lavoro e si crea lavoro». L’auspicio di Rolfi, ora che è passata la legge, è quello di poter contare su «un adeguato marketing territoriale di promozione dei nuovi strumenti» affinché siano conosciuti e quindi utilizzati dalle aziende. Su un provvedimento così di rilievo non è mancato in aula l’intervento del capogruppo leghista Massimiliano Romeo: «Le imprese devono poter respirare. Il compito di Regione Lombardia è quello di attirare gli operatori ad effettuare investimenti nei diversi settori produttivi». Il capogruppo della Lega Nord ha poi invocato a gran voce una semplificazione dei bandi, anche quelli regionali. «Bisogna fare in modo che l’imprenditore, il commerciante o l’artigiano possano fare a meno della figura degli intermediari quando si tratta di accedere ai bandi. Meno burocrazia e procedure più semplici, cominciamo dalla Lombardia». ( fonte LaPadania.net)