«Sanità, rischiamo 750 milioni di tagli» «Sì al taglio della spesa pubblica, ma senza le discriminazioni che la legge di stabilità, se non venisse modificata, imporrebbe pesanti conseguenze sui servizi ai cittadini lombardi». «Un’ingiustizia da evitare applicando i costi standard». Questo il cuore del discorso del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, di fronte ai parlamentari lombardi riuniti lunedì 10 novembre nell’Aula del Consiglio regionale.
«La Regione Lombardia e le Regioni in genere - ha ricordato il Governatore - hanno avuto negli ultimi anni un ruolo significativo nella riduzione della spesa pubblica. Dal 2009 al 2012 l’hanno ridotta del 38,5 per cento, contro il 12 delle amministrazioni centrali. Uno studio del professor Giarda fatto nel 2012, certifica che in Lombardia la spesa per fare tutto quello che lo Stato fa è di 3651 euro pro capite contro i 4329 della media nazionale, mentre la spesa pro capite del personale è di 19 euro contro una media nazionale di 42,9 e gli oltre 170 di certe realtà».
«Noi siamo pronti a contribuire alla riduzione dei 4 miliardi di spesa pubblica previsti dalla manovra - ha detto Maroni - . Anzi, anche di più, non però con i tagli lineari, ma con i costi standard. Siamo pronti a mettere a disposizione le buone pratiche della Regione Lombardia, come quelle certificate da uno studio della Confcommercio, secondo il quale se tutti i cittadini italiani pagassero i servizi al costo di quelli che pagano i cittadini lombardi si risparmierebbero oltre 80 miliardi di euro all’anno».
Il presidente lombardo, ha sottolineato la volontà di voler «collaborare con il Governo centrale per migliorare i conti pubblici», evidenziando come sia «interesse dell’Esecutivo, mettere mano a quella che Renzi ha chiamato la Rivoluzione, con gli strumenti giusti. E lo strumento giusto è quello dei costi standard. Il presidente del Consiglio ha più volte dichiarato di volerli applicare, la riunione di oggi è un’ulteriore richiesta affinché il Parlamento faccia uno sforzo ulteriore per affermare questo principio».
Se la Regione Lombardia è quella che spende meglio, Maroni ha osservare di «non pretendere che tutte le Regioni si adeguino nel giro di un anno, ma è importante che si imbocchi questa strada. Cinque anni - ha proposto - possono essere un termine ragionevole e gestibile sia dallo Stato che dalle Regioni. Questo è lo sforzo che noi chiediamo».
Se non si procederà in questa direzione, ha concluso il Governatore, «i tagli di questa manovra avranno una ricaduta difficilmente gestibile sulle spese correnti: quella socio-sanitaria subirebbe un taglio 750 milioni, quella per il trasporto pubblico locale di 155 milioni e tutte le altre politiche di 60 milioni. Siccome nella nostra Regione non ci sono sprechi da eliminare, una riduzione del genere comporterebbe una inevitabile riduzione dei servizi e un aumento della pressione fiscale, che io non ho intenzione di fare».