Per i lombardi arriva una buona notizia. È stato approvata ieri, all’unanimità, la legge di competitività del Pirellone. Un testo, passato in commissione Attività produttive che approderà in consiglio il prossimo 11 febbraio (dove sarà verosimilmente approvato visto che in commissione sono rappresentate tutte le forze politiche), che introduce novità positive per l’impresa. Anzitutto tagliando con decisione la burocrazia. Per aprire una nuova attività commerciale sarà sufficiente una comunicazione via telematica: basta un pc con firma digitale e in un giorno si può alzare la serranda. Non solo: d’ora in poi tutte le aziende avranno un unico interlocutore con cui relazionarsi: il Suap (Sportello unico per le attività produttive). Un modo per evitare che l’imprenditore, quando ha un problema con la burocrazia – e con lo Stato italiano è molto facile che ciò accada – sappia sempre a chi rivolgersi.
Poi si passa al capitolo liquidità, un altro tasto dolente. Per favorirla si è pensato a una serie di interventi di garanzia e riorganizzazione dei Confidi e all’introduzione di una moneta complementare. Un modo per far circolare più velocemente le transazioni per compensare i rispettivi debiti e crediti. Il taglio delle tasse si ferma, invece, al 25% dell’Irap, ma solo per le imprese di nuova costituzione. Nulla di entusiasmante, per carità, ma pur sempre un buon segnale in un Italia che, invece, non fa altro che aumentare di giorno in giorno la sua rapina fiscale. Del resto Maroni, per compensare le minori entrate, ha annunciato di voler tagliare del 10% i dirigenti delle partecipate e riduzione del 40% del rapporto fra pensionamenti e nuove assunzioni. Fino ad oggi, dal governo, non abbiamo visto alcuna proposta concreta per ridurre il carico fiscale su imprese e famiglie. Anzi. Su entrambe, nell’ultimo anno, è caduta la mannaia della Tares prima e della Tari-Tasi che aumenta fino a otto volte. Oggi, l’ennesima brutta notizia: come riporta Repubblica, i primi bilanci dell’accordo Anci-governo indicano che da quest’anno potrebbero sparire le esenzioni per i redditi bassi. O meglio: le detrazioni ci sarebbero solo in quei Comuni che, oltre ad applicare l’aliquota massima del 2,5 per mille, ricorrano alla maggiorazione facoltativa fino allo 0,8 per mille. Di fatto solo le amministrazioni più tassaiole potranno applicare (coi propri fondi) detrazioni per le fasce economicamente più deboli. In questo modo, però, le esenzioni totali spariranno. Ecco a voi il regalo che il governo Letta ci porge per questo 2014 che, nelle previsioni di Saccomanni, sarà radioso. Ringraziamoli dell’impegno preso a distruggere la nostra economia consolandoci, nel frattempo, con le politiche lombarde. ( fonte L'intraprendente)
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