
Mentre la discussione politica dentro e fuori la maggioranza si incentra sull'articolo 18 e il Jobs Act, dall'Istituto di statistica arrivano nuovi dati allarmanti sul mercato del lavoro tricolore. Un mercato che, a detta dello stesso Cnel, avrà bisogno di anni e potrebbe comunque non tornare mai ai livelli visti prima della Grande Recessione.
Secondo l'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ad agosto in Italia è stato del 44,2%, in aumento di un punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti nei dodici mesi. Dal calcolo sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perchè impegnati negli studi. Sul totale della popolazione giovane, infatti, i senza lavoro sono all'11,9%, stabili rispetto a luglio ma in crescita di 0,7 punti percentuali rispetto al 2013.
Il tasso dello scorso agosto rappresenta il livello più alto mai raggionto dal 2004, inizio delle serie storiche mensili, e dal 1977, inizio delle pubblicazioni delle serie storiche trimestrali. I disoccupati tra i 15-24enni sono 710mila e il tasso di occupazione giovanile si attesta al 15%, in calo di 0,5 punti percentuali su mese e di 1,4 punti su anno, ai minimi anche in questo casco dal 2004 e dal 1977. Nel giro di un anno, l'Italia ha perso 88mila occupati sotto i 25 anni.
E' paradigmatico il fatto che gli stessi dati Istat siano annunciati senza la conferenza stampa tradizionale, come accade da qualche tempo, per la protesta dei lavoratori precari dell'Istituto: dal 22 settembre scorso, un'assemblea dei 372 ricercatori, tecnologi e collaboratori tecnici a tempo determinato, assunti a seguito di una procedura concorsuale pubblica, occupa per protesta la sala stampa.
Tornando ai dati, quelli che colpiscono il "futuro" dell'Italia, i suoi giovani, mettono in ombra i miglioramenti registrati sul tasso complessivo. Spiega infatti l'Istat che il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 134 mila, diminuisce (ad agosto) del 2,6% rispetto al mese precedente (-82 mila) e dello 0,9% su base annua (-28 mila). Il tasso di disoccupazione è così al 12,3%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti nei dodici mesi. Sempre il mese scorso gli occupati sono risultati 22,38 milioni, in aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente (+32 mila) e sostanzialmente invariati su base annua, per un tasso al 55,7%.
Il tasso italiano si trova a un livello praticamente doppio rispetto a quello tedesco: oggi la Germania ha annunciato una disoccupazione stabile al 6,7%, a settembre, come da attese: il numero dei disoccupati, corretto per i fattori stagionali, è salito di 13 mila unità a 2,918 milioni, laddove era attesa una flessione di 2 mila unità.
Segnali negativi anche dal numero di individui inattivi, tra i 15 e i 64: crescono dello 0,2% rispetto al mese precedente, anche se diminuiscono dello 0,5% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 36,4%, cresce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre diminuisce di 0,1 punti su base annua.
Effetto Renzi (2): energia, stangata d'autunno sulle bollette
MILANO - Stangata d'autunno per le famiglie e le piccole imprese.
Le bollette dell'energia tornano a crescere: per il periodo che parte dal primo ottobre e arriva al 31 dicembre, l'elettricità costerà l'1,7 per cento in più rispetto al trimestre precedente, mentre per il gas il rincaro è addirittura del 5,4 per cento. Entrando nel dettaglio delle singole voci, da mercoledì prossimo gli italiani pagheranno in media per l'elettricità circa 2 euro in più al mese, con una spesa media annua per la famiglia tipo di 521 euro. Per il gas, la maggiore spesa si aggirerà sui 19 euro pari a 1.148 euro su base annua per il cliente tipo.
Lo ha comunicato l'Autorità per l'energia, il gas e il sistema idrico, cui spetta il compito di rivedere ogni tre mesi le condizioni di riferimento delle tariffe. Per il gas si tratta del primo rialzo dopo un anno di ribassi. Tutta colpa della crisi russo-ucraina: il prezzo sulle borse europee del gas è salito con i timori di una possibile sospensione delle forniture con l'approssimarsi dell'inverno. Il 30 per cento del metano che si consuma in Europa occidentale arriva dai giacimenti di proprietà del colosso di stato Gazprom: il metano raggiunge l'Eurozona, nel suo corridoio meridionale passando proprio dall'Ucraina.
La necessità di evitare sorprese, ha spinto sia gli operatori che i governi a riempire il prima possibile gli stoccaggi (i depositi in cui si ricovera il gas d'estate per essere pronti a utilizzarlo d'inverno). Questo, assieme all'acuirsi della crisi, ha fatto salire il prezzo "europeo" del gas. L'accordo che è stato raggiunto alla fine della scorsa settimana sulla forniture di gas all'Ucraina da parte della Russia (con la mediazione interessate della Ue) dovrebbe portare a un calmieramento dei prezzi. Ma i benefici, se ci saranno, si avranno soltanto con le revisioni delle tariffe del prossimo anno.
Per il gas, ha spiegato in una nota l'Authority per l'Energia, "grazie alla riforma che dallo scorso anno ha agganciato i prezzi italiani a quelli di mercato europei, (eliminando anche molti costi strutturali negativi), la famiglia tipo nel 2014 avrà risparmiato 84 euro rispetto ai 1.257 Euro complessivi della bolletta del gas di tutto il 2013". Traduzione: un deecreto del governo Monti ha imposto all'Autorità di calcolare i prezzi del gas tenendo conto dei prezzi che si pagano sui mercati europei e non più - come accadeva in precedenza - secondo i contratti di lungo periodo che gli operatori italiani (in primis, Eni ed Edison) avevano contratto con i fornitori esteri. I contratti sulle borse europee si sono rivelati più vantaggiosi e questo ha fatto risparmiare il consumatore.
Diverso il discorso per il rincaro dei prezzi dell'elettricità. In parte ha inciso il rialzo del prezzo del gas (il combustibile che per il 40% copre la produzione di energia elettrica in Italia), in parte alle rinnovabili (incremento degli incentivi pagati ai certificati verdi), in parte alcune decisioni del governo Renzi. In sostanza, il ministero dell'Economia ha chiesto gli arretrati degli ultimi due anni per la componente A2, una quota che i consumatore pagano in bolletta per lo smantellamento delle centrali nucleari e il deposito delle scorie. Si tratta di circa 200 milioni per il 2012 e 2013, più altri 100 milioni all'anno per il 2014 e seguenti. L'Autorità per l'Energia, nella sua nota, ha fatto notare come la quota potrebbe essere cancellata dalla bolletta se - come promesso dai governi precedenti - venisse girata sulle bollette una parte della Robin Tax, prevista come riduzione proprio della componente A2.
L'Autorità ha fatto pure presenta che non è ancora stato varato il provvedimento con cui alle famiglie meno abbienti che hanno difficoltà a pagare le bollette sia data la possibilità di rateizzare gli arretrati prima che si vedano sospendere la fornitura per morosità. ( fonte: Presidente regione Lombardia Roberto Maroni via Facebook).