Parla italiano molto meglio di Antonio Razzi ed è madrelingua inglese. Ecco, Toni Iwobi è la carta che Salvini ha deciso di giocarsi in vista della manifestazione contro Mare Nostrum organizzata per sabato 18 ottobre a Milano. Una risposta padana alla democratica Cècile Kyenge? Iwobi nega ogni paragone: «Io sono in Lega da una vita!». Rivela che l’ha chiamato Salvini in persona per offrirgli l’incarico. Quando risponde alle domande di Libero è nel municipio di Spirano «perché devo incontrare i cittadini per parlare dei loro problemi».
Ci scusi dottor Iwobi, s’offende se la chiamano negro? «Ma nooo, dipende dal contesto. Se uno me lo dice con tono negativo magari lascio anche correre, ma comunque non dimentico di essere di colore. Un africano. Un nigeriano. Non dimentico le mie origini». Eppure la Lega spesso ha usato toni duri contro gli stranieri. Bingo bongo, Kyenge-orango, robe del genere... «Non è razzismo, rientra in una logica di scontro politico». Non s’è mai sentito a disagio tra i lumbard? «Mai! E comunque il razzismo è un sentimento, che spesso è nascosto e arriva anche da insospettabili. Ma nella Lega non ho mai subito discriminazioni. Mai, mai e mai. Invece mi sono arrivate molte minacce e lettere anonime, quando mi sono candidato in Regione». Perché si è innamorato della Lega? «Per il federalismo.
La Nigeria ha 36 Stati autonomi e confederati. È un progetto che funziona in Africa, perché non dovrebbe funzionare qui, che siamo nel primo mondo?». Andrà a Lampedusa? «Certo, con questo incarico dovrò andare anche lì. Mare Nostrum è una follia...». Anche lei è arrivato in Italia dall’Africa, no? «Sì, ma c’erano controlli. Io ho ottenuto il permesso di soggiorno solo perché ero iscritto all’università. E ho dovuto presentare una serie di documenti. Ah, sono laureato in informatica». Ora la accuseranno di utilizzare le sue origini per coprire il razzismo della Lega, lo sa? «Massì» sbuffa. E attacca: «Io sono nella Lega da vent’anni. Sono contento e sono molto grato a Salvini per questo incarico. La Kyenge è diventata ministro perché di colore? Eh, credo di sì...».
Un anno fa, quando fu candidato alle Regionali, per intervistarlo arrivarono anche alcuni giornalisti stranieri. Non è l’unico leghista «abbronzato», per dirla come Berlusconi definì Obama. A Varese hanno Sandy Cane, eletta sindaco di Viggiù e feroce contestatrice della Kyenge: «Provoca»sbottò nel luglio di un anno fa. Il dottor Iwobi sembra un pezzo di pane. Basta dare un’occhiata al suo profilo Facebook. Decine di foto con tutti i big della Lega. Salvini, Bossi, Maroni, Calderoli Stucchi. Immagini in mezzo ai militanti. A Pontida. Nelle piazze. Dice: «Sono nigher ma la Lega è una famiglia».
di Matteo Pandini ( fonte liberoquotidiano.it)
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