Proposte del valore di miliardi di euro che non si sono nemmeno prese in considerazione. Per molte di queste basterebbe applicare il decreto sul federalismo che è lì già bello che pronto. Che responsabilità politica ha il PdL – o Forza Italia che sia – nei confronti del Nord? A me sembra che esistano ormai due PdL. Uno nelle tre regioni del Nord, in cui governiamo bene insieme, con proposte condivise in favore dell’impresa e del territorio, e uno a Roma che fa tutto l’opposto. Un PdL che che da due anni è alleato col Pd, che ha sostenuto due governi pessimi e ha votato porcate come la legge Fornero e lo svuotacarceri. Ormai non so più con che PdL ho a che fare. Nella discussione sul voto di fiducia a Letta, il senatore Monti ha detto che chi avesse votato per affossare le larghe intese sarebbe dovuto andare in Europa in ginocchio. Cosa si sente di rispondergli? Dopo quello che ha fatto e che non ha fatto, Monti dovrebbe semplicemente aver vergogna a farsi vedere in giro. Quali dovrebbero essere oggi le priorità di un governo che abbia davvero a cuore il bene del Paese? Il taglio delle tasse. Partendo dall’Irap, per far ripartire le imprese, e dall’Iva, in modo da riavviare i consumi. È una grande scommessa che può permettere all’economia di ripartire e, di conseguenza, allo Stato di incassare di più. Una considerazione, quest’ultima, che ci ha entusiasmato particolarmente. Con essa infatti Salvini ci rimanda al teorema di Arthur Laffer secondo cui – al contrarsi della pressione fiscale – le entrate tributarie possono aumentare. Ciò accade perché, con meno tasse, le imprese funzionano meglio, le famiglie spendono di più e il Pil – di conseguenza – aumenta. Se, lontana da dirigismi e keynesismi vari, questa sarà la linea della Lega Nord anche in futuro c’è da ben sperare. Noi, certamente, staremo ad osservare con attenzione.
«Stabilità, stabilità, stabilità… Stabilità oggi fa rima con fregatura. “Oggi pazienza vuol dire follia” scrive il Nobel Krugman. Stabilità? No,rivoluzione». Così scriveva due giorni fa su Faceook il segretario della Lega Lombarda – e probabile prossimo segretario federale della Lega Nord – Matteo Salvini. Uno sfogo contro il poco produttivo governo di larghe intese che noi dell’Intraprendente, da innamorati fissi della rivoluzione liberale, abbiamo voluto approfondire. Ne è nata un’intervista di cui riportiamo, di seguito, le risposte corredate da un breve commento finale. Salvini, qual è a suo giudizio il più grande errore commesso dal governo Letta? Quello di non aver dato ossigeno ai Comuni e in generale alle amministrazioni locali. Hanno proseguito, come il governo precedente, a togliere fondi mettendo a rischio i servizi fondamentali per i cittadini, come scuole materne e ospedali. Questo mentre lo Stato centrale non si privava di nulla… A Roma non hanno tagliato un solo euro di spesa pubblica. E pensare che ci sarebbe stato molto da fare: dal numero di dipendenti pubblici in esubero soprattutto al Sud, ai superstipendi dei dirigenti (quelli che Maroni vuol spuntare con una certa decisione ndr) fino all’applicazione dei costi standard nella sanità.
Proposte del valore di miliardi di euro che non si sono nemmeno prese in considerazione. Per molte di queste basterebbe applicare il decreto sul federalismo che è lì già bello che pronto. Che responsabilità politica ha il PdL – o Forza Italia che sia – nei confronti del Nord? A me sembra che esistano ormai due PdL. Uno nelle tre regioni del Nord, in cui governiamo bene insieme, con proposte condivise in favore dell’impresa e del territorio, e uno a Roma che fa tutto l’opposto. Un PdL che che da due anni è alleato col Pd, che ha sostenuto due governi pessimi e ha votato porcate come la legge Fornero e lo svuotacarceri. Ormai non so più con che PdL ho a che fare. Nella discussione sul voto di fiducia a Letta, il senatore Monti ha detto che chi avesse votato per affossare le larghe intese sarebbe dovuto andare in Europa in ginocchio. Cosa si sente di rispondergli? Dopo quello che ha fatto e che non ha fatto, Monti dovrebbe semplicemente aver vergogna a farsi vedere in giro. Quali dovrebbero essere oggi le priorità di un governo che abbia davvero a cuore il bene del Paese? Il taglio delle tasse. Partendo dall’Irap, per far ripartire le imprese, e dall’Iva, in modo da riavviare i consumi. È una grande scommessa che può permettere all’economia di ripartire e, di conseguenza, allo Stato di incassare di più. Una considerazione, quest’ultima, che ci ha entusiasmato particolarmente. Con essa infatti Salvini ci rimanda al teorema di Arthur Laffer secondo cui – al contrarsi della pressione fiscale – le entrate tributarie possono aumentare. Ciò accade perché, con meno tasse, le imprese funzionano meglio, le famiglie spendono di più e il Pil – di conseguenza – aumenta. Se, lontana da dirigismi e keynesismi vari, questa sarà la linea della Lega Nord anche in futuro c’è da ben sperare. Noi, certamente, staremo ad osservare con attenzione. Comments are closed.
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