
Proposte del valore di miliardi di euro che non si sono nemmeno prese in considerazione. Per molte di queste basterebbe applicare il decreto sul federalismo che è lì già bello che pronto. Che responsabilità politica ha il PdL – o Forza Italia che sia – nei confronti del Nord? A me sembra che esistano ormai due PdL. Uno nelle tre regioni del Nord, in cui governiamo bene insieme, con proposte condivise in favore dell’impresa e del territorio, e uno a Roma che fa tutto l’opposto. Un PdL che che da due anni è alleato col Pd, che ha sostenuto due governi pessimi e ha votato porcate come la legge Fornero e lo svuotacarceri. Ormai non so più con che PdL ho a che fare. Nella discussione sul voto di fiducia a Letta, il senatore Monti ha detto che chi avesse votato per affossare le larghe intese sarebbe dovuto andare in Europa in ginocchio. Cosa si sente di rispondergli? Dopo quello che ha fatto e che non ha fatto, Monti dovrebbe semplicemente aver vergogna a farsi vedere in giro. Quali dovrebbero essere oggi le priorità di un governo che abbia davvero a cuore il bene del Paese? Il taglio delle tasse. Partendo dall’Irap, per far ripartire le imprese, e dall’Iva, in modo da riavviare i consumi. È una grande scommessa che può permettere all’economia di ripartire e, di conseguenza, allo Stato di incassare di più. Una considerazione, quest’ultima, che ci ha entusiasmato particolarmente. Con essa infatti Salvini ci rimanda al teorema di Arthur Laffer secondo cui – al contrarsi della pressione fiscale – le entrate tributarie possono aumentare. Ciò accade perché, con meno tasse, le imprese funzionano meglio, le famiglie spendono di più e il Pil – di conseguenza – aumenta. Se, lontana da dirigismi e keynesismi vari, questa sarà la linea della Lega Nord anche in futuro c’è da ben sperare. Noi, certamente, staremo ad osservare con attenzione.