Matteo Salvini si consacra leader indiscusso
Con la Manifestazione dell’8 dicembre a Roma la Lega si formalizzerà a tutti gli effetti unico movimento nazionale. Sembrano passati secoli ma in soli quattro anni il movimento per il Sud, la segreteria di Salvini, e la vecchia simbologia del Nord, si sono miscelati in un effetto lievitazione impressionante.Per cucinare un consenso che - il Corriere della Sera con il sondaggio di Nando Pagnoncelli registra oltre il 36% - tanti sono stati gli ingredienti. A cominciare dai programmi azzeccati, dal continuo parlare di temi concreti mentre si filosofeggiava sui referendum o sulla riforma dei gruppi bancari, dalla capacità di essere sempre e comunque vicino ai pescatori, gli operai, gli impiegati, le imprese soffocate dal fisco, i ceti produttivi, le casalinghe, i giovani, insomma a chiunque non fosse soltanto un agglomerato di sigle o un portatore di interessi.
La politica dal 2011 in poi ha guardato esclusivamente ai numeri, alle tabelle, agli spread, all’Europa, ai deficit, dov’è il volto umano? Dove sono i milioni di cittadini con i loro problemi, le loro ansie, le loro paure, le loro scommesse sul futuro rese sempre più fragili da un quadro incerto e rigido?
Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, i riti vudù dal 04 Marzo in poi per non far nascere il Governo del Cambiamento, il PD che più perdeva voti e più si abbarbicava alle poltrone, Berlusconi che ormai è una maschera di cera sciolta nello stantio refrain di promesse identiche al ’94, tutto è concorso alla creazione della “nuova DC”, come la definisce l’Huffington Post.
Oltre i numeri però, la sostanza è diametralmente opposta, e la forza della Lega è proprio nella chiarezza e nella centratura delle idee. La Democrazia Cristiana era un contenitore barocco pieno di correnti, spine, insidie, e sensibilità variopinte. Insomma, ognuno trovava la sua sfumatura di rappresentanza sotto la devozione a Dio.
Al contrario, il Carroccio è un partito granitico e blindato, dove è il popolo elettorale ad essere stato centripeto nei suoi confronti, a convergere in una visione del Mondo più radicale e decisa. Questo non è un dettaglio da poco, perché significa che Salvini trae la sua forza dalla compattezza dei suoi sostenitori, e quindi può usare un mirino di precisione per sparare addosso alle cause dell’insofferenza a cui ci si sente condannati.
“Fossi anche al 92% rispetterei gli impegni presi.” Eccola qui la concretezza dell’uomo che non si vende alla beatitudine della sua immagine, che non si crogiola nelle lodi di chi un tempo lo definiva cretino ed oggi lustra le scarpe al signor Ministro.
Tornando alla Manifestazione prevista per l’Immacolata, Matteo Salvini potrebbe fare come gli Imperatori di Roma quando, temendo l’esaltazione della folla, portavano al fianco un addetto che ripeteva in latino: “Hominem te esse memento” (Ricordati che sei solo un uomo). (di Andrea Lorusso affaritaliani.it)