«Noi la campagna elettorale la facciamo tutti i giorni, con il nostro lavoro. Non temiamo gli avversari». Roberto Maroni risale in auto i tornanti puntando verso Piazzatorre, dove alla festa del Carroccio lo attendono almeno 600 persone. Il segretario federale rivendica che «la Lega sta fra la gente».
Nel senso che gli altri, in vece, no?
«Nel senso che la Lega non ha mai smesso di stare sul territorio. Con quello che ci è successo, è stata la nostra forza. Si vede anche nella Bergamasca, da qui siamo ripartiti nella serata delle Ramazze. Una terra che per la Lega esprime uomini e donne di valore e continua a essere una delle roccaforti».
Alle primarie del centrosinistra i renziani sono andati bene nelle valli, che storicamente sono territorio vostro.
«Ha votato gente del Pd».
E di centrodestra, pare.
«Renzi è uno simpatico. Le primarie sono state una bella prova di democrazia. Anche al Pdl dico che sulla Lombardia si dovrebbero fare, di coalizione. Ma non ho avuto risposta».
La loro crisi vi zavorra?
«Non direi proprio».
Ma vi alleerete o no?
«In Lombardia si può continuare a portare avanti il progetto. Sono candidato. Se vorranno seguirci, ok. Comunque lunedì il Consiglio federale deciderà. Discorso ben diverso a Roma».
Con i formigoniani però i rapporti non sono idilliaci. Anche nella Bergamasca.
«Non so se esistano i formigoniani. Per me esiste il Pdl e io non interloquisco con i sottogruppi. Comunque dove Lega e il Pdl hanno un mandato degli elettori da rispettare, la Lega sta ai patti».
Nessuna autocritica per gli anni al Pirellone?
«La Lombardia è stata governata bene. Poi il Pdl non ha controllato i suoi esponenti, ed è successa una cosa intollerabile: l'infiltrazione della 'ndrangheta. Non siamo scesi a patti. L'attenzione sia altissima, ovunque. Alla gente in grisaglia, non a quelli con la coppola».
Sul nuovo ospedale cittadino sono piovute critiche.
«Però è un'opera importante. Ed è stata fatta».
A Bergamo arriva Ambrosoli a fare campagna elettorale.
«Non fa campagna elettorale, perché non è il candidato. A meno che le primarie del Pd siano una farsa».
Lei sta costituendo una lista civica. Qualche nome?
«Anche io fatto alcuni incontri direttamente per Bergamo. Ci sono nomi forti. Dico solo che si tratta di persone che non hanno mai fatto politica, o quasi per niente. Persone che appoggiano non la Lega ma Roberto Maroni».
La Lega 2.0 sta rivedendo i simboli. Il logo «Prima il nord» supera il Sole delle Alpi.
«La componente popolare della Lega verrà preservata. Però puntiamo all'aggiornamento del messaggio».
Anche sugli slogan.
«Al Lingotto sono stati stesi i 12 punti per l'economia. Abbiamo incontrato i professionisti, i sindaci. Le proposte uscite non sono slogan».
Il raduno di Pontida è parte dei simboli di cui sopra.
«E si farà. Se le elezioni saranno a marzo, il raduno di aprile verrà anticipato. Sicuramente sarà prima del voto».
Anna Gandolfi fonte bergamo.corrie