«I lombardi che non votano per Maroni si tirano la zappa su i piedi, significa che non vogliono bene alla loro terra», spiegano. Maroni annuisce e ricorda quanto per lui sia un onore correre per Palazzo Pirelli. «Di fronte all'occasione di governare la mia terra, la Lombardia, rispetto all'idea di tornare a Roma e fare una nuova esperienza di Governo ho deciso di accettare subito. E ci credo così tanto in questa mia decisione che non mi sono neppure presentato alle elezioni Politiche, anche se di solito i segretari di partito si candidano in tutte le circoscrizioni. È una scelta che ho fatto per coerenza - rimarca il leader leghista verso gli elettori lombardi, una scelta di chiarezza che alcuni candidati della Lombardia non hanno fato, tanto che addirittura domenica il suo capo, l'attuale presidente del Consiglio, ha detto una cosa che dovrebbe aprire gli occhi ai lombardi, ovvero che questo signore non si candida per vincere ma per far perdere me, il che significa far vincere la sinistra qui in Lombardia. E questo significa che Monti e la sua lista hanno già fatto l'accordo con la sinistra per il dopo voto e mi sembra una palese scorrettezza, che è giusto venga portata a conoscenza dei cittadini lombardi». Le sterili polemiche da campagna elettorale, però, non interessano minimamente al futuro governatore lombardo, che preferisce dedicare ogni sua attenzione alle questioni che affronterà non appena avrà in mano il timone della regione più importante d'Europa. «Con la crisi stiamo tutti peggio. E questo Governo dei professori ha peggiorato ulteriormente le cose, complicando la possibilità per i giovani di entrare nel mondo del lavoro, mettendo nuove tasse agli imprenditori, senza contare i 300mila cosiddetti esodati che si trovano senza lavoro e senza pensioni. Questi sono problemi concreti, sono n e ci toccano da vicino. E come governatore della Lombardia mi voglio fare carico dei problemi dei miei cittadini». Per affrontare questi problemi e dargli una concreta soluzione Maroni ha un progetto chiaro: vincere la Regione Lombard ia e tradurre in realtà il progetto della grande macroregione padana, che tratterrebbe sul proprio territorio il 75% delle tasse che oggi vengono versate a Roma. «Noi abbiamo le idee chiare ed un grande progetto, noi vogliamo costruire la macroregione del Nord, una macroregione che abbia un forza e una coesione tale che possa chiamare qui il Governo di Roma e dire: queste sono le cose che vogliamo e se non ce le dai vediamo chi ha più forza. Perché in politica i rapporti di forza sono importanti. La nostra macroregione del Nord sarà una potenza, perché sarebbe il quarto Stato d'Europa per dimensione e numeri e perciò la più grande macroregione europea». Un sogno che si avvicina, forse già dietro l'angolo una volta conquistata la Lombardia. «Oggi – sottolinea Maroni - ci sono direttive e regolamenti europei che consentono il riconoscimento di aree macroregionali, e a questo stanno lavorando anche la Scozia, la Baviera e la Catalogna, è un progetto concreto e fattibile, che ci consentirebbe di avere le risposte ai nostri problemi sia da Roma che da Bruxelles. E tenendo in Lombardia il 75% delle tasse che ogni anno paghi amo a Roma ci terremmo ogni anno 16 miliardi di euro, soldi con cui nel giro di qualche anno potremmo risolvere tutti i nostri problemi, perché con questa proposta potremmo cancellare l'Irap, dando un aiuto straordinario alle imprese, ai nostri imprenditori che non cercano aiuti o sovvenzioni, ma chiedono solo che siano abbassate le tasse». Proposte concrete come quella della fiscalità di vantaggio per il Nord: «Vogliamo far diventare il Nord, il nostro Nord, una sorta di zona franca, dove chi investe per un certo periodo di tempo oppure assume dei giovani non paga le tasse per qualche anno, vogliamo una fiscalità di vantaggio per attrarre gli investimenti e trattenere qui le nostre imprese, per evitare che fuggano oltre confine, come accade in Lombardia, dove le piccole imprese emigrano nel Canton Ticino svizzero, come succede in Veneto, dove le imprese fuggono in Carinzia e come capita in Friuli dove le imprese scappano in Slovenia. Per noi la fiscalità di vantaggio va intesa come politica di sviluppo territoriale. l miei avversari dicono che è un sogno? Beh... io rispondo che i sogni se uno ci crede poi si realizzano, noi abbiamo il sogno che la Lombardia diventi di fatto una regione a statuto speciale, noi questo sogno lo abbiamo, noi lo vogliamo, e quando diventerò governatore lombardo mi metterò subito al lavoro con gli altri governatori del Nord per far diventare questo sogno in realtà ». ( fonte :La Padania)
I sogni se uno ci crede poi si realizzano. E noi abbiamo il sogno che la Lombardia diventi, di fatto, una regione a statuto speciale: noi questo sogno lo abbiamo, noi lo vogliamo realizzare, e quando diventerò governatore lombardo mi metterò subito al lavoro con gli altri governatori del Nord per far diventare questo sogno in realtà». Roberto Maroni continua a girare per il territorio, dall'alto in basso, su e giù, senza sosta. Venerdì era a Bergamo, sabato a Lodi, Pavia e Vigevano, domenica a Como, ieri a Cremona. Città diverse, un unico idem sentire: «Sento in giro tanto entusiasmo intorno a noi, i nostri avversari sono sempre più nervosi», ridacchia il candidato governatore, che anche a Cremona ha trovato un'accoglienza calorosa. Al suo fianco i cittadini che hanno scelto di impegnarsi in prima persona, mettendoci la faccia, nella lista civica "Maroni presidente". Piccoli imprenditori, lavoratori dipendenti, commercianti, liberi professionisti, agricoltori, studenti. C'è un'estetista. E c'è persino una donna tesserata con il Pdl, ma ha scelto di sposare il progetto della macro regione del Nord ed eccola qui, a fare campagna elettorale nella lista civica "Maroni presidente". Quasi tutti spiegano la loro scelta con una parola semplice: concretezza. Ovvero proposte concrete per risolvere problemi veri, amplificati dalla crisi. E poi esperienza. L'esperienza di chi ha fatto benissimo in due dicasteri chiave quale quello del Welfare e dell'Interno.
«I lombardi che non votano per Maroni si tirano la zappa su i piedi, significa che non vogliono bene alla loro terra», spiegano. Maroni annuisce e ricorda quanto per lui sia un onore correre per Palazzo Pirelli. «Di fronte all'occasione di governare la mia terra, la Lombardia, rispetto all'idea di tornare a Roma e fare una nuova esperienza di Governo ho deciso di accettare subito. E ci credo così tanto in questa mia decisione che non mi sono neppure presentato alle elezioni Politiche, anche se di solito i segretari di partito si candidano in tutte le circoscrizioni. È una scelta che ho fatto per coerenza - rimarca il leader leghista verso gli elettori lombardi, una scelta di chiarezza che alcuni candidati della Lombardia non hanno fato, tanto che addirittura domenica il suo capo, l'attuale presidente del Consiglio, ha detto una cosa che dovrebbe aprire gli occhi ai lombardi, ovvero che questo signore non si candida per vincere ma per far perdere me, il che significa far vincere la sinistra qui in Lombardia. E questo significa che Monti e la sua lista hanno già fatto l'accordo con la sinistra per il dopo voto e mi sembra una palese scorrettezza, che è giusto venga portata a conoscenza dei cittadini lombardi». Le sterili polemiche da campagna elettorale, però, non interessano minimamente al futuro governatore lombardo, che preferisce dedicare ogni sua attenzione alle questioni che affronterà non appena avrà in mano il timone della regione più importante d'Europa. «Con la crisi stiamo tutti peggio. E questo Governo dei professori ha peggiorato ulteriormente le cose, complicando la possibilità per i giovani di entrare nel mondo del lavoro, mettendo nuove tasse agli imprenditori, senza contare i 300mila cosiddetti esodati che si trovano senza lavoro e senza pensioni. Questi sono problemi concreti, sono n e ci toccano da vicino. E come governatore della Lombardia mi voglio fare carico dei problemi dei miei cittadini». Per affrontare questi problemi e dargli una concreta soluzione Maroni ha un progetto chiaro: vincere la Regione Lombard ia e tradurre in realtà il progetto della grande macroregione padana, che tratterrebbe sul proprio territorio il 75% delle tasse che oggi vengono versate a Roma. «Noi abbiamo le idee chiare ed un grande progetto, noi vogliamo costruire la macroregione del Nord, una macroregione che abbia un forza e una coesione tale che possa chiamare qui il Governo di Roma e dire: queste sono le cose che vogliamo e se non ce le dai vediamo chi ha più forza. Perché in politica i rapporti di forza sono importanti. La nostra macroregione del Nord sarà una potenza, perché sarebbe il quarto Stato d'Europa per dimensione e numeri e perciò la più grande macroregione europea». Un sogno che si avvicina, forse già dietro l'angolo una volta conquistata la Lombardia. «Oggi – sottolinea Maroni - ci sono direttive e regolamenti europei che consentono il riconoscimento di aree macroregionali, e a questo stanno lavorando anche la Scozia, la Baviera e la Catalogna, è un progetto concreto e fattibile, che ci consentirebbe di avere le risposte ai nostri problemi sia da Roma che da Bruxelles. E tenendo in Lombardia il 75% delle tasse che ogni anno paghi amo a Roma ci terremmo ogni anno 16 miliardi di euro, soldi con cui nel giro di qualche anno potremmo risolvere tutti i nostri problemi, perché con questa proposta potremmo cancellare l'Irap, dando un aiuto straordinario alle imprese, ai nostri imprenditori che non cercano aiuti o sovvenzioni, ma chiedono solo che siano abbassate le tasse». Proposte concrete come quella della fiscalità di vantaggio per il Nord: «Vogliamo far diventare il Nord, il nostro Nord, una sorta di zona franca, dove chi investe per un certo periodo di tempo oppure assume dei giovani non paga le tasse per qualche anno, vogliamo una fiscalità di vantaggio per attrarre gli investimenti e trattenere qui le nostre imprese, per evitare che fuggano oltre confine, come accade in Lombardia, dove le piccole imprese emigrano nel Canton Ticino svizzero, come succede in Veneto, dove le imprese fuggono in Carinzia e come capita in Friuli dove le imprese scappano in Slovenia. Per noi la fiscalità di vantaggio va intesa come politica di sviluppo territoriale. l miei avversari dicono che è un sogno? Beh... io rispondo che i sogni se uno ci crede poi si realizzano, noi abbiamo il sogno che la Lombardia diventi di fatto una regione a statuto speciale, noi questo sogno lo abbiamo, noi lo vogliamo, e quando diventerò governatore lombardo mi metterò subito al lavoro con gli altri governatori del Nord per far diventare questo sogno in realtà ». ( fonte :La Padania) Comments are closed.
|
Archives
Gennaio 2024
CategoriesFai clic qui per effettuare modifiche.
|