L’Asl è presente capillarmente su tutto il territorio. Il distretto sociosanitario della valle Brembana e della valle Imagna, con le due sedi principali di Zogno e di Villa d’Almè, offre anche le articolazioni territoriali di Sant’Omobono Terme e Piazza Brembana. Questa organizzazione è funzionale a soddisfare le richieste provenienti dagli abitanti dei 38 Comuni dell’area montana, molti dei quali sotto gli 800 abitanti. Non sempre, però, accedere alle strutture risulta semplice: alla difficile situazione viabilistica delle valli, si aggiungono i problemi legati al permanere di barriere architettoniche urbane. Il dr. Pierluigi Capolino, direttore del distretto sociosanitario della Val Brembana e Valle Imagna, sull’argomento, dichiara: «L’Asl ha riservato particolare
attenzione a questa problematica, individuando sedi facilmente raggiungibili, idonee, prive di ostacoli quindi agevoli per il passaggio di disabili ». Sensibile alla preoccupante situazione socio-economica della Val Brembana «la direzione sociale dell’Asl ha elaborato un progetto ed è in grado di fornire un prospetto di dati epidemiologici, a disposizione degli Amministratori, per sostenere scelte credibili, coerenti e continuative, nonché facilitare adeguate valutazioni socio-sanitarie». Cosa ha fatto e fa l’Asl per facilitare lo sviluppo dei servizi? «Ha promosso l’inserimento di due consultori privati accreditati oltre a quello di riferimento dell’Azienda, garantendo anche un sostegno di natura economica. Sono state create sinergie che prevedono l’intervento di personale medico, ostetrico, pediatrico e ginecologico sul territorio, coinvolgendo anche l’ospedale di San Giovanni Bianco. Ha mantenuto la presenza di 4 sedi operative per Guardia medica in Val Brembana ed una sede di Guardia ambulatoriale strutturata in piazza Brembana, per un impegno complessivo di 40 medici». Esistono altre forme di partecipazione territoriale? «L’Asl ha creato sinergie tra operatori infermieristici e medici di medicina generale operanti nell’area. Ha costruito cooperazioni con le aziende ospedaliere con particolare attenzione ai temi della domiciliarità: nell’attività gestita dal Centro per l’assistenza domiciliare è stata concordata la presenza, un giorno a settimana, di un’infermiera dell’Asl all’ospedale di San Giovanni Bianco per acquisire, già nel momento del ricovero, gli elementi necessari al buon rientro a casa del paziente che sarà coadiuvato dall’assistenza domiciliare. Rilevante, poi, l’accreditamento del centro Don Stefano Palla per l’attività di Hospice
riservato ai pazienti in fase terminale». Quali sono i punti di forza del distretto sociosanitario?
«Oltre al panorama dei servizi offerti (www.asl.bg.it), i punti di forza sono da ricercare nelle relazioni positive e nelle solide opportunità di confronto con gli Uffici di piano, attori della programmazione dei Comuni, su varie tematiche che hanno permesso di sviluppare progetti di integrazione consultoriale: a tal proposito stiamo lavorando ad un protocollo condiviso. Obiettivo questo raggiunto grazie alle specifiche competenze del personale amministrativo, degli operatori sociali (anche se in numero esiguo) ed al buon governo della medicina generale sul territorio: sono operativi ben 64 medici di assistenza primaria, i cosiddetti medici di famiglia, che collaborano in sinergia animati da una forte stima reciproca. Buoni anche i rapporti di rete,
frutto della proficua collaborazione tra enti ed associazioni di volontariato. Novità: a fine anno
si inaugurerà la nuova sede del Distretto di Zogno, grazie all’impegno profuso di concerto tra
l’amministrazione di Zogno e l’Asl. Sarà realizzata una struttura unica in cui far confluire tutte le
attività territoriali. Importante, inoltre, l’apertura alla Residenza sanitaria assistenziale di Almenno di un ambulatorio per la Pediatria ogni sabato pomeriggio». Quali sono le criticità rilevabili nell’Area Val Brembana- Valle Imagna? «Oltre alle differenze di natura logistica, è un dato di fatto che in Valle Imagna la continuità del governo dell’Ufficio di piano per le attività consultoriali accreditate e l’ex Guardia Medica hanno permesso di raccogliere i frutti di una stabilità progettuale. Invece la Val Brembana è apparsa più orientata a risolvere problematiche di natura contingente. Solo da poco, infatti, ha consolidato il mantenimento delle figure professionali per luoghi periodi, proprio per rafforzarne la capacità di agire con continuità». ( fonte Eco di Bergamo)
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