I conti della variante di Zogno non tornano e in Valbrembana sale l'apprensione. Stimare i costi di un'infrastruttura complessa come la nuova superstrada della valle non è impresa facile. Soprattutto se il progetto prevede due gallerie (rispettivamente di 650 metri e 2,2 chilometri) da scavare nella montagna: impossibile non incontrare costosi imprevisti, forse non adeguatamente calcolati nella fase preliminare. I lavori infatti sono stati assegnati per 44,4 milioni di euro (su un progetto d'asta da 60 milioni), ora destinati a lievitare.
Quanto? Per concludere l'ultima galleria servono nove milioni di euro. In totale, secondo le ultime stime, ancora ufficiose, prima di vedere un'auto percorrere la nuova strada Provincia e Regione dovranno scucire circa una ventina di milioni di euro. Senza garanzie economiche non è escluso che il cantiere possa subire rallentamenti, o peggio, fermarsi in attesa di nuovi fondi. Conti e prospettive da far tremare i polsi a qualsiasi amministratore. Ettore Pirovano, presidente della Provincia di Bergamo, è deciso ad affrontare il problema a testa bassa. Perché nessuno in via Tasso vuole rimanere con il cerino in mano. “Quando si programmano lavori di questa portata è impossibile non aspettarsi sorprese – spiega -. Realizzare due gallerie non è semplice e comporta anche variabili che possono far aumentare i costi. E' difficile trovare i soldi, lo sappiamo tutti. Stiamo valutando con i tecnici quanti ne serviranno e poi vedremo come intervenire in collaborazione con la Regione. Non è il caso di allarmare nessuno: la variante sarà conclusa, lotteremo per finirla”.
Prima di dare il via al progetto, al momento della definizione degli stanziamenti, la Regione ha deciso di “incamerare” i soldi del ribasso d'asta. Si parla di circa 15 milioni di euro, un tesoretto accantonato e quanto mai utile in un momento di difficoltà. “Quando abbiamo ottenuto il finanziamento, la Regione ha trattenuto lo sconto fatto dall'impresa edile – continua Pirovano -. Ora potremmo farcelo ridare un po' alla volta”. Possibilmente in fretta, perché il 25 maggio si vota e a quel punto, se non cambieranno le carte in tavola, Pirovano non sarà più presidente della Provincia. La partita passerà ai sindaci oppure direttamente i dirigenti, senza il supporto politico. Anche se “quando si va a chiedere i soldi a un ente pubblico come la Regione non basta essere bravi tecnici”.
L'obbiettivo apertura nel 2014 è già slittato di un anno. Da qui al 2015 si dovranno fare passi decisivi per recuperare il divario economico e non trasformare la variante di Zogno da “speranza per la valle” a “grande incompiuta”. ( fonte Bergamonews)