Sindaci delusi: «Privilegi al Sud» Il malumore dei bergamaschi: «Noi virtuosi e beffati». Armati: «No a strumentalizzazioni» Idealmente saranno tutti lì, stasera, davanti alla Prefettura, a protestare. Perché non ci stanno più a essere bastonati e beffati. «A loro i privilegi, a noi i sacrifici», dicono. Sono i sindaci bergamaschi, infuriati per l'ultima sentenza della Corte costituzionale che cancella le multe ai Comuni siciliani (e di tutte le Regioni a Statuto speciale) che hanno sforato il Patto di Stabilità. L'iniziativa parte in ambito lumbard, «ma vuole essere di territorio, non di partito - precisano dalla segreteria della Lega -, perché la situazione è inaccettabile per tutti i Comuni, indipendentemente dal colore politico». In strada, però, molti daranno forfait, vuoi per le ferie vuoi perché salire sul carro lumbard crea sempre qualche malessere. Lo sdegno, però, è generale, come conferma Efrem Epizoi, sindaco di Urgnano, Comune che in due anni ha perso 380 mila euro di trasferimenti statali proprio come sanzione per non aver rispettato il Patto nel 2010 e nel 2011. «E chi lo spiega ai miei cittadini che io non posso asfaltare le strade mentre altri hanno i privilegi?», dice. «Serve una riforma delle Regioni a Statuto speciale, è una questione di equità», sostiene Claudio Armati, dell'Associazione Comuni bergamaschi.Protesta contro la sentenza che annulla le multe ai Comuni siciliani fuori dal Patto La Lega: aperta a tutti. Ma si rischia il monocolore. Il caso Urgnano, punito due anni Benedetta Ravizza Lo sdegno è bipartisan, ma la partecipazione alla protesta di oggi rischia di essere monocolore, o quasi. I sindaci lumbard si sono dati appuntamento oggi (alle 18,30) davanti alla Prefettura, in via Tasso, per manifestare contro la sentenza della Corte costituzionale che dichiara illegittime le multe ai Comuni siciliani (e di tutte le altre Regioni a Statuto speciale) che hanno sforato il Patto di stabilità. «Un'iniziativa aperta, non targata, perché il pronunciamento della Consulta è una beffa per tutti i sindaci, indipendentemente dall'appartenenza politica», hanno definito il presidio il segretario provinciale del Carroccio Daniele Belotti e il coordinatore dei sindaci padani Gianfranco Masper. Ci saranno il presidente della Provincia Ettore Pirovano e il sindaco di Bergamo Franco Tentorio, ma - vuoi le assenze per ferie, vuoi precedenti impegni - sarà difficile allargare. Tutti, nel merito, condividono le ragioni della discesa in piazza, ma molti daranno forfait. Il Comune «punito» Come Efrem Epizoi, alla guida, con una lista civica, del Comune di Urgnano, due volte sanzionato per aver sforato il Patto di stabilità: nel 2010, punito con minori trasferimenti statali per 80 mila euro e nel 2011 con 300 mila euro in meno. «I Comuni sanno in coscienza di dover fare dei sacrifici, ma se tutti vengono trattati allo stesso modo - spiega -. Le sanzioni subite hanno pesato sul nostro Bilancio. Siamo costretti a razionare gli interventi per la sicurezza, delle scuole e degli edifici pubblici, e a dilazionare di mesi i pagamenti alle imprese per rispetto del Patto. Come faccio a spiegare ai miei cittadini che non posso asfaltare le strade, quando altri Comuni vengono invece agevolati?». Epizoi ritiene quindi «assolutamente negativa» la sentenza della Consulta e «assolutamente condivisibile» la protesta di oggi, anche se annuncia che non ci sarà una rappresentanza del suo Comune, «perché avevo già convocato la Giunta per oggi, non per motivi politici». La partecipazione Anche per il democratico Claudio Armati, a capo dell'Associazione dei Comuni bergamaschi, è difficile dire se oggi ci sarà una partecipazione di centrosinistra, «anche se ormai - ammette - non ha molto senso ragionare con queste etichette. La sentenza della Corte costituzionale è un ulteriore segno che va cambiato il sistema dei carichi di peso del debito pubblico. Non può una parte di Italia restarne fuori e un'altra farsene carico». In discussione c'è la riforma delle Regioni a Statuto speciale. «Se si vuole l'equità - sostiene Armati - serve una profonda modifica, se non la eliminazione». Peccato il governo Letta non faccia minimamente accenno alla spinosa questione del riequilibrio dei privilegi delle Regioni a Statuto speciale. Fatto sta, aggiunge Armati, «che la sentenza, se diverrà operativa, si tradurrà in un ulteriore danno per gli altri Comuni, rendendo ancora più assurdo e insopportabile il disequilibrio tra i ruoli e i pesi che i Comuni devono affrontare». In strada, stasera, conferma la sua presenza il sindaco di Pontida, il lumbard Pierguido Vanalli, già alla ribalta l'anno scorso, quando il suo Comune si rifiutò di approvare il Bilancio, in disaccordo col nuovo impianto dell'Imu, che rendeva l'imposta da federale a centrale. «Dopo che ci hanno bastonati tutti - è lo sfogo - ora si aggiunge pure la beffa di questa sentenza. Chi fa le cose bene viene preso in giro, chi fa gli affari suoi allegramente, invece, ottiene pure ragione. È ora di dire: finiamola». A dirlo, in coro, stasera in via Tasso, una delegazione di amministratori. Una voce che, ancora una volta, però, rischia di essere un grido nel deserto.( fonte Eco di Bergamo)
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Gennaio 2024
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